Spese folli in Provincia. Indagati 45 consiglieri. Ci sono anche Cristofaro, Marletta e Mistretta.
4Inviti a comparire sono stati inviati dalla procura della Corte dei Conti ai consiglieri provinciali di Catania in carica dal 2011 al 2012 e ad alcuni dirigenti della Provincia che devono rispondere di un presunto danno erariale di 486 mila euro. Le indagini coordinate dal procuratore Giuseppe Aloisio sono state condotte dal nucleo della polizia tributaria della Guardia di Finanza di Catania. Secondo la procura contabile il rimborso delle spese effettuate dai consiglieri provinciali apparirebbe caratterizzato da diverse irregolarità che ne inficiano la legittimità. Si tratta di acquisti come pacchetti di sms, materiale tipografico, fornitura di diversi quotidiani, organizzazione di diversi eventi, acquisto di libri, spazi redazionali e missioni viaggio. Al consigliere Gianluca Cannavò il danno erariale contestato è di 38.294 euro. A Rocco Cristofaro di 7.980 euro. A Sergio Gruttadauria di 16.924 euro. Carmelo Pellegriti di 6.447 euro. Fracnesco Cardillo di 12.198 euro. Domenico Galvagno di 10.389 euro. Nunzio Parrinello di 12.565 euro. Sebastiano Cutuli di 8.437 euro. Edmondo Pappalardo di 9.716 euro. Orazio Santo Primavera di 19.145 euro. Francesco Laudani di 9.585 euro. Giuseppe Furnari di 9.486 euro. Giovanni Leonardi di 42.094 euro. Raffaele Vanella di 7.326 euro. Antonino Sinatra di 9.943 euro. Aldo Catania di 15.518 euro. Antonino Danubio di 8.711 euro. Consolato Aiosa di 9.183 euro. Vincenzo D’Agata di 7.539 euro. Antonio Rizzo di 6.230 euro. Alfio Barbagallo di 8.666 euro. Carmelo Giuffrida di 7.410 euro. Raffaele Strano di 10.900 euro. Giuseppe Castiglione di 10.504 euro. Filippo Gagliano di 4.099 euro. Vanessa D’Arrigo di 13.500 euro. Giuseppe Zitelli di 11.488 euro. Benedetto Anfuso di 3.552 euro. Santo Trovato di 7.601 euro. Matteo Di Mauro di 8.164 euro. Marco Luca di 10.123 euro. Maurizio Tagliaferro di 5.791 euro. Claudio Milazzo di 879 euro. Alfia Abbadessa di 10.355. Salvatore Patanè di 4.634 euro. Antonino Musumeci di 8.313 euro. Salvatore Valenti di 9.563 euro. Salvatore Tomarchio di 12.040 euro. Giuseppe Galletta di 14.790 euro. Ernesto Calogero di 9.440 euro. Giuseppe Mistretta di 7.683 euro. Giacomo Porrovecchio di 8.262 euro. Salvatore Marletta di 9.193 euro. Gaetano Di Stefano 9.741 euro. Antonio Tomarchio 8.291 euro. Carmelo Sgroi di 5.691 euro. Angelo Castorina 50.197 euro. Litrico Diane di 4.400 euro. (Fonte ANSA).
Pubblichiamo il comunicato inviatoci dall’ex assessore provinciale, Valerio Marletta.
L’avvio dell’indagine sulle “presunte” spese illegittime degli ex consiglieri provinciali non mi sorprende. Ben venga questo procedimento della Corte dei conti per fare chiarezza su come sono stati utilizzati i “fondi” a disposizione degli organi consiliari. Premetto che non ho ancora ricevuto nessun avviso di indagine, ma voglio ugualmente entrare nel merito della questione sollevata dagli organi di stampa. I gruppi consiliari provinciali hanno dei fondi a disposizione per lo svolgimento di alcune attività inerenti la propria attività di rappresentanti istituzionali. Il fondo varia, ovviamente, dalla consistenza numerica degli appartenenti ai vari gruppi. Non ho dati precisi, ma ricordo che il nostro gruppo “Comunisti-Idv”, composto da tre consiglieri, aveva a disposizione circa 10.000 euro per ogni anno. Non parliamo di cifre “nascoste”, ma chiaramente inserite all’interno del bilancio comunale con la voce “spese gruppi consiliari”. Non parliamo di spese “discrezionali”, ma bensì regolamentate dalla provincia. Facciamo alcuni esempi: materiale tipografico per pubblicizzare l’attività dei singoli consiglieri, acquisto di quotidiani, libri e “missioni istituzionali” autorizzate dal presidente del consiglio provinciali. Ovviamente bisognava fare richiesta scritta, essere autorizzati dal capogruppo, portare i preventivi e infine avere l’approvazione degli uffici (certificazione che si trattasse di spesa istituzionale). Quindi la corte non sta contestando la disponibilità del “fondo consiliare”(previsto per gli organi istituzionali), ma piuttosto verificare l’uso “legittimo” degli stessi e il rispetto delle procedure dettate dalla legge. Personalmente voglio chiarire velocemente e dare spiegazione su tutti i punti contestati. Sono nelle condizioni di dimostrare la legittimità delle spese sostenute durante lo svolgimento del mio mandato. Nei miei confronti, come degli altri, questo procedimento( non penale) non è una citazione di giudizio. Avrò 30 giorni di tempo per rispondere alla corte dei conti, solo dopo il Pm deciderà sull’eventuale richiesta di giudizio. Sono un rappresentante dello stato, non deve neanche insinuarsi il dubbio di eventuali illegittimità commesse. Sono determinato a provare ogni mia estraneità ai fatti contestati.
Valerio Marletta, già consigliere provinciale