Tre indagati per la morte in ospedale di Lucia Sciacca. Oggi l’esame autoptico
0Sarà eseguita oggi nell’obitorio del presidio ospedaliero San Marco di Catania l’autopsia sul corpo di Lucia Sciacca, la donna scordiense che avrebbe compiuto 80 anni il 24 febbraio, morta in circostanze poco chiare lo scorso 7 febbraio nel reparto di Rianimazione dove si trovava per il decorso post operatorio per un intervento alla testa. A dare il via alle immediate indagini condotte in prima persona dalla Procura di Catania è stata la denuncia dei familiari. Dopo avere disposto il sequestro della salma e della documentazione clinica a far data dal 26 gennaio, giorno del ricovero per i segni di una grave insufficienza respiratoria da Covid, il magistrato ha proceduto con l’avviso di compimento di accertamenti tecnici non ripetibili in merito alla determinazione delle cause, mezzi ed epoca dell’evento. Ad occuparsi del delicato caso di presunta malasanità è il sostituto Procuratore della Repubblica, Angelo Brugaletta che ha iscritto nel registro degli indagati tre persone, due uomini ed una donna, per l’ipotesi di reato di concorso in omicidio colposo. Si tratterrebbe del personale addetto al trasporto che la sera del 3 febbraio si occupò del trasferimento della paziente dal reparto di Medicina di area critica, presso il quale era ricoverata per l’infezione da Covid a quello, pressochè attiguo, diretto dal geriatra dott. Marcello Romano. Secondo la denuncia dei familiari, assistiti dall’avvocato Michele Liuzzo, la signora Sciacca avrebbe subito un trauma cranico durante il trasporto, confermato, sempre secondo le dichiarazioni dei parenti, anche dal medico del reparto che quella sera la prese in cura e che, così come da informazione ai familiari, dovette applicare qualche punto di sutura per rimarginare una ferita all’arcata sopraciliare. Lo stesso medico dispose una Tac che evidenziò una emorragia cerebrale che impose l’immediato intervento neurochirurgico eseguito la stessa sera. Successivamente la donna fu trasferita presso la Terapia Intensiva dello stesso nosocomio dove, posta in coma farmacologico, è spirata la sera del 7 febbraio tra la disperazione dei parenti che sino a qualche minuto prima del trasferimento dalla medicina di area critica avevano ricevuto ampie rassicurazioni sulle discrete condizioni della donna che l’indomani avrebbe dovuto eseguire un tampone di controllo per verificare il decorso dell’infezione da Covid. Le indagini dovranno chiarire cosa è realmente accaduto durante il tragitto, se ci sono state delle omissioni di controllo della paziente adagiata su una barella, se la stessa fosse agibile e se fosse intercorsa una caduta che ne avrebbe determinato l’impatto con il suolo che avrebbe causato il trauma cranico e se lo stesso ne avesse provocato il peggioramento delle condizioni sino a rendersi necessario l’intervento chirurgico. Molti dei quesiti dovranno essere chiariti dall’autopsia in programma oggi pomeriggio che sarà eseguita dal medico legale, Giuseppe Ragazzi, incaricato dalla Procura con Aldo Liberto, medico legale delle persone offese, il marito e le due figlie.
LORENZO GUGLIARA (La Sicilia)