Una domenica al cinema con la nostra concittadina Valentina Scuderi
0Una domenica di cinema per la prima di Non si può morire ballando, il film che vede tra le protagoniste la scordiense Valentina Scuderi. Tra gli spettatori presenti anche il deputato nazionale Eugenio Saitta, il sindaco Franco Barchitta.
Al termine della proiezione abbiamo sentito Valentina Scuderi: “A parer mio il resoconto alla fine del film non può che essere super positivo, sia per i numeri che siamo riusciti a raggiungere, che per l’andamento della serata, svoltasi in un clima di gioia, allegria e positività; e sono estremamente grata a tutte le persone che ieri hanno presenziato alla proiezione del film, poiché oltre a credere in me hanno creduto nel film, che sono felice di poter affermare che sta riscontrando molto successo in giro per l’Italia al punto tale da essere uno tra i film in concorso per il David di Donatello 2020. Rivedermi sul grande schermo è stata un’emozione molto forte, mi ha permesso di rivivere le emozioni che avevo vissuto nel momento in cui ho girato il film e di immedesimarmici per la seconda volta. Interpretare il ruolo di Virginia (ovvero la figlia del protagonista) è stato molto significativo per me proprio per l’importanza che riveste il rapporto padre-figlia soprattutto in una situazione così delicata come quella di una malattia, in cui si deve mettere in scena con naturalezza la delicatezza, la sensibilità e la fragilità di una figlia ancora minorenne costretta a ritrovarsi in una situazione che vede il padre malato ormai in fin di vita. È un’esperienza che mi ha segnato particolarmente e che mi porterò sempre nel cuore“.
“Non si può morire ballando” nasce da un’esperienza personale vissuta dal regista, raccontata con gli occhi di chi sta seduto sulla sedia di fianco al letto di un ospedale; racconta la fragilità dell’uomo, l’impossibilità al rimedio e la totale inadeguatezza alla situazione. Il film viaggia su due binari paralleli: da una parte la concretezza della medicina e dall’altra il potere delle emozioni e i colori dell’amore.
Il regista ha voluto simboleggiare il corridoio nel film come la parte più rappresentativa, scandisce la distanza tra la vita e la morte ed è raccontato con lentezza e profondità.
Che il coinvolgimento emotivo sia forte lo si comprende anche dalla frase che accompagna il titolo: “La vita altro non è che una distesa di fiori profumati con una lavatrice rotta piazzata nel mezzo”. È infatti al ricordo di questi fiori che ci si deve appellare nel momento in cui la lavatrice rotta finisce con il dominare la scena, proprio per aiutare coloro che finiscono con l’essere concentrati solo sulla sofferenza.
Il film è come se fosse una metafora di vita con l’intento di voler lasciare un messaggio positivo basato sul fatto che si possono affrontare i ricordi dei momenti più emozionanti vissuti nel passato per provare a ripartire.
“Non si può morire ballando” è un film poetico, che con una punta di drammaticità si rivela un inno alla vita.
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