Una mattinata speciale per il Vescovo “ospite” al Parco Cava
0È stata oggi una mattinata particolare per un gruppo di persone che, nonostante il maltempo, si è recato al parco suburbano Torrente Cava – Grotta del Drago per l’incontro organizzato dal comitato pro parco Cava e dalla parrocchia San Domenico Savio in occasione della visita pastorale del Vescovo, Mons. Calogero Peri, alla comunità parrocchiale. L’obiettivo della visita pastorale è far conoscere al Vescovo il territorio e ciò che esso presenta. Per questo, il parroco, don Matteo Malgioglio, ha ritenuto opportuno far visitare il parco al Vescovo, in quanto esso rappresenta un importante sito culturale della città.
È stato un appuntamento storico: per la prima volta un Vescovo ha potuto addentrarsi nel parco scordiense e visitare la bellezza naturalistica e archeologica in esso presente.
A fare da capo strada è stato Mons. Peri che, con jeans, scarponi e bastone, abbigliamento insolito per un vescovo, si è avventurato per gli impervi sentieri del parco, accompagnato, oltre che dal nutrito gruppo di persone, da don Matteo Malgioglio e dal prof. Nuccio Gambera, che hanno illustrato al Vescovo la storia e i racconti popolari che ruotano attorno a questo sito che, pur trovandosi nel territorio della parrocchia più moderna, rappresenta uno dei più antichi insediamenti urbani di Scordia.
I membri del comitato hanno condotto il Vescovo a visitare la grotta, facendogliela visitare anche al suo interno. Ma, in questa occasione, il gruppo di intervenuti, provenienti non solo dalla parrocchia San Domenico Savio, ha potuto riscoprire i valori del fare comunità, dell’identità culturale locale e della condivisione. A conclusione dell’incontro, infatti, i volontari del parco Cava hanno offerto ai presenti la ricotta calda e il pane cunzatu, perfetto nella cornice campestre del luogo.
Soddisfatti i presenti e i membri del parco Cava, che hanno proposto a Mons. Peri, a cui è piaciuta molto l’escursione, di ritornare anche altre volte al parco, per una più approfondita visita del sito archeologico.
FRANCESCO AMATO