Violenze e maltrattamenti alla compagna. Indagato uno scordiense che rischia il rinvio a giudizio
0Maltrattamenti, percosse e ingiurie: la vita di una giovane convivente, residente a Scordia, era diventata un “inferno” da almeno tre anni. Atti di violenza fisica e morale, costrizioni e minacce sarebbero state perpetrate dal compagno della donna, un 29enne scordiense che dovrà adesso difendersi dalle accuse del Tribunale di Caltagirone.
L’azione penale è esercitata dalla Procura della Repubblica, con il pm, dott. Vincenzo Calvagno D’Achille, che ha disposto la notifica all’indagato di un avviso di conclusione delle indagini preliminari, nell’ambito del procedimento (per i reati ex art. 572 del codice penale) che include pure l’aggravante “d’aver agito per motivi abbietti e futili e d’aver commesso il fatto con abuso di relazioni domestiche”.
L’accusato, che sarà difeso d’ufficio dall’avv. Sebastiano Gianluca Falcone del foro calatino, potrà presentare documenti e memorie, chiedere al pm il compimento di ulteriori atti d’indagine, presentarsi al Palazzo di giustizia per rilasciare spontanee dichiarazioni o per essere sottoposto a interrogatorio dalla competente autorità giudiziaria.
Per la Procura, tuttavia, le indagini preliminari appaiono già concluse, essendo stati acquisiti una serie di elementi che, da gennaio 2009 a maggio 2012, proverebbero un “clima” di ripetute vessazioni e violenze. Secondo gli esiti dell’attività investigativa, al culmine di alterchi verbali e litigi, la donna sarebbe stata pure colpita con diversi utensili da cucina e frammenti di vetro.
In altre circostanze, la parte offesa sarebbe stata svegliata di notte, colpita con pugni alla schiena e costretta ad alzarsi dal letto. Per gli acquisti quotidiani, inoltre, avrebbe subìto forti restrizioni, umiliazioni e mancate consegne di denaro, che avrebbero pure limitato, in alcuni casi, il soddisfacimento dei bisogni personali e dei figli.
Gli inquirenti hanno anche contestato, infine, altri atteggiamenti dell’uomo, “che ha impedito alla vittima di svolgere un’attività lavorativa, costringendola a fare soltanto la casalinga, sottraendole le chiavi di casa e pretendendo sempre il massimo ordine e la pulizia” degli ambienti domestici.
LUCIO GAMBERA