A pochi giorni dall’ennesima minaccia, Paolo Borrometi a Scordia per presentare il suo libro
0Super blindato, protetto dai suoi “angeli custodi”, Paolo Borrometi è giunto al centro di aggregazione giovanile per presentare il suo libro “Un morto ogni tanto”. Tanti i temi discussi, a partire dal disappunto di Borrometi nei confronti del trattamento riservato ai minori sulle navi dei migranti, fino ai vari racconti sui retroscena di alcune sue inchieste che hanno portato boss mafiosi in tribunale ma anche alle intimidazioni da lui subite. Borrometi, nel precisare di non essere schierato politicamente, parla di ingiustizie, di diritto alla verità, di sogni, di libertà, di paura. Un uomo che, attraverso la lealtà che lo contraddistingue, ha conquistato i presenti.
A fare gli onori di casa è stato il presidente dell’associazione ASAES Maurizio Guercio, che ha ricordato l’impegno ventennale dell’associazione per poi presentare il giornalista autore del libro e Nino Pisasale che ha moderato la serata. A leggere alcuni passi significativi del libro, Daniela Di Stefano, segretaria dell’associazione.
Dopo i saluti del sindaco di Militello Giovanni Burtone, ha preso la parola il deputato del M5S, Eugenio Saitta: “Si parla di legalità, per me è un onore essere qua stasera. Il tuo impegno – rivolgendosi all’autore del libro – ci ricorda che abbiamo un grande problema, la mafia che, pur evolvendosi, è sempre presente. Come rappresentante di un’istituzione ti esprimo la mia solidarietà”.
L’assessore Valentina Tringali, intervenuta in luogo del sindaco Franco Barchitta assente a causa di problemi di salute, ha salutato i presenti anticipando alcuni eventi in programma : “Abbiamo già dei progetti di sensibilizzazione nelle scuole per contrastare la mafia. Un percorso che terminerà il 21 marzo, in occasione della giornata dedicata alle vittime innocenti della mafia, con l’intitolazione di due piazze, una a Beppe Montana e una a Carmelo Agnone, due vittime innocenti della mafia”.
“Quando sono stato aggredito, mi sono trovato davanti ad un bivio, dire o non dire, raccontare o stare in silenzio – è uno dei racconti del giornalista che ha molto colpito il pubblico presente – io ho scelto di raccontare perché credo nella libertà di parola, di informare. Il diritto di dire le cose come stanno e il diritto del lettore di conoscere la verità – ha spiegato Borrometi – Io ho paura, ed ho il diritto di avere paura. Ma nonostante, da cinque anni, io abbia perso la mia libertà fisica, mi sento libero perché non ho permesso a nessuno di impormi come e cosa dovevo dire”.
Alla nostra domanda sul premio Francese consegnatogli proprio in questi giorni, Paolo Borrometi ha detto: “Ogni premio è un riconoscimento importante di vicinanza e solidarietà, di stima. Il premio è anche un modo per accendere le luci su un determinato fatto, è per questo che ho accettato anche di aiutare colleghi e colleghe che vengono minacciati. Io credo che ognuno di noi debba sfruttare la piccola parte di visibilità che ha per aiutare delle persone che non hanno voce. In questo paese ci sono tante persone con problemi che non riescono ad arrivare sui giornali, vittime di mafia che non hanno voce.”
Nel corso della serata è intervenuto anche il consigliere comunale di opposizione, Carlo Barchitta che ricordato la vicenda della candidatura nel 1988 del boss Pippo Di Salvo nelle fila del Psdi: “Quando si parla di antimafia bisogna anche fare i nomi – ha esordito il consigliere Barchitta – a Scordia un boss è stato eletto consigliere comunale e bisogna dire con chi è stato eletto. Bisogna avere il coraggio di dire che questo consigliere è stato eletto con le liste dell’attuale sindaco che non ha mai chiesto scusa a questa comunità. Questo sindaco – ha continuato Barchitta – era il braccio destro dell’ex sindaco di Palagonia, Salvino Fagone arrestato per mafia, era uno dei referenti di Totò Cuffaro nell’Udc a Scordia, questo sindaco oggi non è presente non perché stia male ma perché, probabilmente è in difficoltà”. Nel corso del suo intervento, il consigliere Barchitta ha espresso solidarietà al giornalista, la stessa manifestata nel corso dell’ultimo consiglio comunale in cui è stata proposta la cittadinanza onoraria.
Breve la risposta di Borrometi che ha ricordato – “Anche io tempo fa dissi alcune di queste cose al primo cittadino di questa città e venni, poi, apostrofato come “impacchettato”. Borrometi ha definito la polemica sterile e puerile.
A concludere l’assessore Valentina Tringali che ha intanto ribadito che problemi di salute avevano impedito al primo cittadino di essere presente e che avrebbe accolto la richiesta di cittadinanza onoraria – “non tanto perché a chiederlo è stato il consigliere Carlo Barchitta – ha spiegato – ma perché è giusto che sia così”.
Alla fine della presentazione il giornalista ha stretto la mano a tutti i presenti firmando le copie andate subito esaurite.