Al Majorana la presentazione del nuovo libro di Alessio Puleo
0Si è svolta nella mattinata di mercoledì 9 gennaio 2013, presso l’aula magna del liceo scientifico “E. Majorana” di Scordia, a cura dell’AIDO “Libera Scavo” Scordia, la presentazione del libro “Il mio cuore ti appartiene”, pubblicato lo scorso settembre presso DeAgostini dal giovane carabiniere palermitano Alessio Puleo.
La conferenza è cominciata con gli onori di casa del preside del liceo, prof. Orazio Interlandi, che ha presentato molto bene ciò che significa “donare gli organi”. Ha esordito con il ricordare che il primo trapianto di cuore è avvenuto nel 1967 dal chirurgo sudafricano Christiaan Barnard, che lo attuò alla figlia Denise in seguito a un incidente stradale. Ha poi spiegato che ‹‹ci incontriamo oggi per renderci conto, per raggiungere la consapevolezza che donare un organo significa salvare una vita››. Ha poi presentato gli ospiti intervenuti, cominciando da Carmelo Manuele, ‹‹il nostro segretario – ha precisato il preside – , che è vivo tra noi grazie ad un trapianto di rene che ha avuto la fortuna di ricevere››, la dott.sa Maria Contarino, presidente dell’AIDO di Scordia, Costantino Rizzotto, marito della donatrice scordiense Libera Scavo, ed infine lo scrittore autore del libro, Alessio Puleo. Ha infine invitato tutti i ragazzi presenti a riflettere sul tema, puntualizzando che ‹‹Si può donare gli organi anche da vivi. Abbiamo due reni? Uno possiamo donarlo, perché anche solo con l’altro si vive benissimo›› e dimostrando, anche un po’ ironicamente, la sua tesi, dicendo che ‹‹vi parla uno che da ben 35 anni vive con un solo rene!››.
Il microfono è poi passato alla dott.sa Contarino, che ha brevemente illustrato ciò che è l’AIDO e ciò di cui si occupa. ‹‹L’associazione per la donazione degli organi è presente anche a Scordia e, ultimamente, sta cercando sempre più di spiccare e di farsi conoscere, proprio per sensibilizzare le persone su questo tema››.
Dunque ha preso la parola Carmelo Manuele, che ha rilasciato la sua testimonianza di ricettore del dono dei reni. ‹‹Dopo una vita lavorativa passata in questo liceo come segretario – ha spiegato Manuele -, nel 2000, la mia vita vita stava rischiando di avere un riscontro negativo: i medici si sono accorti di una insufficienza renale››. Ha poi chiarito che, dopo vari tentativi di dialisi, ha deciso di portare a termine le dovute pratiche burocratiche per mettersi in lista d’attesa e provare a ricevere il trapianto di questi reni, pur consapevole che qui nel Mezzogiorno, da questo punto di vista, la società è arretrata. ‹‹Conosco persone che da decine d’anni attendono il trapianto di quell’organo che ancora non hanno ricevuto. Per questo mi ritengo fortunato per aver ricevuto subito i reni di cui avevo bisogno›› ha chiarito, per concludere, Manuele.
Il microfono è quindi passato nelle mani di Costantino Rizzotto, che ha rilasciato la testimonianza parlando dall’altra facciata della medaglia. Infatti, lui è stato ‹‹l’artefice della donazione degli organi di una persona che oggi, purtroppo, non c’è più›› ha esordito. ‹‹Mia moglie Libera è morta a 32 anni, incinta di 4 mesi, a seguito di un ictus cerebrale. – ha detto Rizzotto – Si può facilmente intuire il turbamento e lo shock di quel momento, così devastante che stava portando via ben due vite. Ma quando i medici mi hanno proposto di donare gli organi di Libera, io prontamente ho risposto “sì”››. ‹‹La vita, con la morte, arriva a compimento e non serve più a nulla avere gli organi. E’ bello sapere, invece, che con le proprie viscere si sta salvando una vita che avrebbe potuto cessare di esistere›› ha chiarito. Ha concluso il suo intervento invitando i giovani ad essere convinti essi stessi a prendere una decisione di questo genere, se la vita la impone: ‹‹E’ bello vedere e sapere che i propri organi potrebbero salvare la vita di qualcun altro che rischia di perderla››.
La parola è finalmente passata all’autore del libro, Alessio Puleo, che ha esordito dicendo che ‹‹oggi sono qui per parlarvi di un libro che fonda le sue radici quattordici anni fa››. Ha quindi spiegato la storia di questo libro, che è cominciata ‹‹leggendo un giornale in cui ho letto di una ragazza malata di cuore, che era morta per non aver potuto trovare un cuore da trapiantarle››. ‹‹Riflettendo su ciò ho cominciato ad interrogarmi sul perché la gente non doni gli organi e, sfruttando la mia passione per la scrittura, ho pensato di scrivere una storia cambiando il destino a questa povera ragazza, pur consapevole della noia che causerò ai lettori››. Ha poi spiegato che ‹‹l’idea è venuta guardando un film di Federico Moccia (che ha curato la prefazione del libro, ndr), in cui erano protagonisti dei giovani alle prese con i primi amori›› e che ‹‹dopo aver visto questo film, ho rivoluzionato il testo e l’ho sottoposto allo stesso Moccia, che però, per motivi di tempo, pur apprezzando la storia, non ha potuto lavorarci››. Dopo quattordici anni, anche dopo il successo ottenuto con la pubblicazione presso Navarra Editore di “La mamma dei Carabinieri”, scritto negli anni di servizio in via Cilea subito dopo la famosa “strage di maggio”, ha deciso di riaggiornare il testo del romanzo che aveva abbandonato e ha deciso di sottoporlo all’attenzione della casa editrice DeAgostini, che ‹‹l’ha accolto a braccia aperte››, precisa l’autore. ‹‹Da settembre, quando ho pubblicato questo libro, mi arrivano numerosi messaggi nella mia pagina facebook di gente che ha letto il mio libro e che si è convinta di donare gli organi. Ciò mi fa molto piacere e mi da una grande soddisfazione – dichiara lo scrittore – non per le vendite del libro: ho già un altro mestiere per la vita. Ma perché molta gente si sta potendo avvicinare a questo tema importantissimo››.
L’incontro si è concluso con una domanda rivolta da un ragazzo tra il pubblico, che ha messo in luce l’importanza che oggi come non mai hanno anche i social network in questo settore: sono un modo semplice e veloce per comunicare in tempo reale con il maggior numero di persone.
FRANCESCO AMATO