Archi, torna l’incubo 2018 l’acqua “ingoia” tutto «Chi ha fatto quei lavori?»
0Cocina (Protezione civile) frena: «Le opere hanno retto»
Ma divampano le polemiche. Il sindaco: «Arginata la furia della pioggia»
Il chiarore del giorno e la tregua concessa dalla pioggia hanno permesso una prima ricognizione sui danni causati in una domenica che gli scordiensi non dimenticheranno facilmente, ancora peggiore di quel 18 ottobre 2018. In contrada Archi l’acqua è tornata ad invadere le abitazioni costruite a ridosso di quello che una volta era il greto di un torrente e che grazie ai recenti lavori del Genio Civile doveva essere incanalata e fatta fuoriuscire attraverso un grande collettore che, riempito di detriti, vegetazione e fango, non ha retto l’onda d’urto e così l’acqua è tornata a scorrere lungo le due principali arterie di via Principessa di Piemonte e viale Aldo Moro allagando garage, cantine, abitazioni e attività commerciali. In contrada Calvario Vecchio, dove si concentra tutta l’acqua che alimenta il torrente Cava, è rimasto ben poco dei lavori di consolidamento degli argini. La furia dell’acqua ha completamente portato con se le casseforti e divelto le paratie in cemento armato prima di finire la sua corsa sotto i tre ponti di contrada Pollicino. Le strutture che sembrano avere resistito meglio sono quelle del Cimitero, Salto di Primavera e del Loddiero dove però i residenti hanno vissuto momenti di terrore.
Tanti gli interventi realizzati dai numerosi gruppi della Protezione Civile regionale arrivati in città con ogni mezzo e fondamentale è stata la loro opera per aiutare i privati a spalare fango dalle proprie abitazioni. Ieri a palazzo Modica si è tenuto un vertice coordinato dal dirigente generale della Protezione Civile Sicilia, Salvo Cocina. Erano presenti anche i sindaci di Scordia, Francesco Barchitta, Palagonia, Salvatore Astuti e Militello, Giovanni Burtone. “Si è trattato di un evento eccezionale che in ogni caso avrebbe provocato danni – ha affermato Cocina – le opere realizzate dopo l’alluvione del 2018 hanno retto. Purtroppo si trovavano inserite in un contesto dove abbiamo visto spazi del torrente occupati da costruzioni, depositi, piazzali in cemento. Sicuramente va rivista qualcosa e occorre maggiore rispetto per i corsi d’acqua”. “Tre anni dopo questa situazione è inammissibile – commenta Francesco Cappello deputato regionale del M5S – non è possibile assistere tre anni dopo agli stessi accadimenti con vittime che gridano giustizia.
Affronteremo la questione all’Ars per risolvere la questione una volta per tutte”. Il deputato nazionale Eugenio Saitta mostra una carpetta con su scritto “Alluvione 2018”: “I fondi sono stati stanziati – afferma – ma è anche vero che dal 2018 le attività produttive non hanno ricevuto un solo euro e oggi ci ritroviamo con uno scenario devastante. Chiederò conto e ragione a chi ha eseguito i progetti e a chi ha eseguito i lavori”. Per il sindaco Barchitta non è il momento di fare polemiche: “E’ arrivato il momento di risolvere la questione, ho avuto rassicurazione dal presidente Musumeci che si interverrà in modo risolutivo ma va detto che grazie ai lavori realizzati si è potuti arginare la furia dell’acqua ed evitare ulteriori danni”.