Bocciatura aliquote Imu. Le reazioni.
7Tante le reazioni ed i commenti all’indomani del consiglio che ha messo a nudo la grave spaccatura all’interno della maggioranza. Il sindaco di Scordia, che ama definirsi un “non politico” ha fatto di tutto per fare passare le proposte “last minute” della sua amministrazione, un aumento delle aliquote “necessarie” per fare quadrare il bilancio ed evitare il dissesto finanziario. Evidentemente qualcosa non sarà quadrata neanche all’ex assessore Moscato che aveva deciso di abbandonare la nave. I numeri sono impietosi e i giochi di prestigio, le invenzioni servono poco quando vengono meno le vendite degli immobili. Due gare deserte per un garage in via Marconi e nessun interesse per i bagni pubblici di via Guglielmino, per fare solo due esempi, per non parlare dell’edificio di via Etna, “pignorato” da un privato e che, se venduto, avrebbe fruttato un milione e duecento mila euro. Il sindaco ha spiegato le sue scelte anche con il mancato introito di somme attese dalle concessioni edilizie, con la “beffa” di Tributi Italia e i tagli nei trasferimenti da Stato e Regione e via dicendo.
Nella seduta di ieri sera, il consigliere Carmelo Saitta ha presentato un emendamento in cui si chiedeva di non aumentare eccessivamente l’aliquota della prima casa, proposta dal sindaco da 0,40 a 0,53. Nella sua proposta, Saitta aveva chiesto invece un aumento da 0,40 a 0,45. E’ lo stesso consigliere con una nota a spiegare le sue ragioni: “Il risultato di ieri sera è dovuto alla non condivisione di una apertura verso un minore aumento, lo 0,5, rispetto allo 0,13 presentato dall’amministrazione. La mia proposta – afferma Saitta – è stata condivisa da altri colleghi con senso di responsabilità verso la cittadinanza. Se anche altri consiglieri l’avessero condivisa, mi riferisco ai sei consiglieri che alla fine hanno votato la delibera proposta dall’amminsitrazione, sarebbe passata”.
La forbice in termini numerici sarebbe stata di 150 mila euro, a mio avviso, facilmente recuperabile in un bilancio di milioni di euro. Altri quindi, nella loro arroganza e assenti al momento del voto, con furbizie, giustificazioni e scuse, hanno decretato questo risultato. Altre soluzioni non era possibile trovarne vista la sempre più pressante tempistica delle scadenze. Rimando, insieme ai colleghi che hanno condiviso la mia proposta – conclude Saitta – al mittente la previsione apocalittica del dissesto e tutte le conseguenze del caso”.
Non ci sta il consigliere Francesco D’Agosta (As): “Ho bocciato responsabilmente l’emendamento del consigliere Saitta perchè il ragioniere Naselli, in modo lapidario, aveva affermato che tale mozione, se approvata, non avendo alcuna copertura, avrebbe comunque causato il dissesto. Chiedo – continua D’Agosta – che il presidente del consiglio chiarisca la sua posizione. In qualità di super partes non avrebbe dovuto fare parte attiva di questa bocciatura”.
“Vorrei precisare – afferma il consigliere Giuseppe Burtone – che non essendo stato approvato l’emendamento formulato dal consigliere Saitta, condiviso dal voto favorevole dai consiglieri Minissale, Manuele, Burtone G. e lo stesso Saitta, ho scelto, con senso di responsabilità che mi sento di avere nei confronti della cittadinanza, di percorrere la strada dell’aumento delle aliquote Imu anziché il dissesto finanziario dell’ente. Mi rendo conto che l’aumento dell’imu, significa un ulteriore sacrificio alla cittadinanza, ma in termini di conseguenze per la città rappresenta, certamente, il male minore”.
Di seguito l’intervento del consigliere Salvatore Agnello (Pd):
Ho abbandonato l’aula dopo avere argomentato le ragioni del mio dissenso dalla proposta dell’Amministrazione, e avere invitato la stessa Amministrazione a non aumentare l’aliquota sull’abitazione principale, disposto anche a votare favorevolmente il resto della proposta che avrebbe assicurato un maggiore gettito di 850.000 euro soprattutto dalle seconde case. L’Amministrazione che aveva proceduto in mattinata a deliberare in Giunta lo schema di Bilancio ha dato per certa l’approvazione degli incrementi IMU, senza avere acquisito in anticipo dalla propria maggioranza il via libera alla manovra.
In più occasioni, in tema di risanamento finanziario, il contributo della minoranza è stato determinante mentre dall’aula sparivano i consiglieri della maggioranza, presenti e compatti quando si è trattato di nominare assessori e revisori dei conti. Consapevole del peso che avrebbero avute le astensioni al momento del voto, sicuro delle divisioni della maggioranza, ho preferito non partecipare al voto e non prestarmi alle strumentalizzazioni.
Quanto si è verificato, appunto, con l’astensione dei consiglieri del PDL decisivi per la bocciatura della deliberazione, è la riprova che non essendoci più nulla da spartire, per alcuni prendere le distanze dall’Amministrazione equivalga ad una purificazione che torni utile nelle prossime elezioni, per continuare impassibili a trarre vantaggio, per se e i propri cari, da questo modo di fare politica. Bene farebbe il sindaco a denunciare pubblicamente gli accordi che hanno determinato la composizione del collegio dei revisori dei conti lo scorso anno, e quei consiglieri comunali che ne sono stati gli alfieri, e che per altra fame ancora non saziata da qualche tempo si schierano criticamente verso l’Amministrazione. Bene farebbe il sindaco non a dimettersi ma a dichiarare ufficialmente conclusa la sua esperienza con la sua maggioranza PDL-Alleanza Siciliana, e a proporre al consiglio comunale un piano di pochi punti sui quali accettare il confronto senza steccati in consiglio comunale, fino alla conclusione della legislatura, nel solo interesse della città.
Dopo il lascito dei due precedenti nel 2003 e nel 2008, non serve certamente un nuovo Commissario straordinario, stavolta a causa del suicidio della coalizione politica di centro destra. Chi ha avuto tutto e anche le molliche, non sfugga all’unico vero suo dovere: assicurare il governo della città fino alla prossima primavera.
Sulla questione interviene anche il segretario del Pd, Franco Tambone: “Con il voto sulla manovra Imu in consiglio comunale la città di Scordia rischia di essere condannata al dissesto finanziario, con tutte le conseguenze economiche e sui servizi sui cittadini che questo comporta. Il rischio dissesto, prima ancora che economico, è conseguenza del fallimento politico ed amministrativo di questa amministrazione. Sulla città ed i cittadini ricadono le divisioni interne alla maggioranza. Con un atto irresponsabile affossano la nostra comunità e lasciano alla prossima amministrazione, al prossimo sindaco questo pesante macigno. A questo centrodestra dovremo dire grazie se con il dissesto saranno aumentate al massimo le imposte, ci sarà il blocco dei pagamenti, saranno ridotti i servizi. Le dimissioni del sindaco, se pur tardive, rappresentano l’unica via che questa amministrazione, in perenne paralisi, può imboccare”.
Il consigliere Rocco Sciacca: “Quella consumata ieri rappresenta una brutta pagina per Scordia a prescindere dalle evoluzioni. Mi dispiace non aver partecipato ai lavori del Consiglio comunale ma altre motivazioni mi hanno portato fuori da Scordia. Cio’ nonostante, ci tenevo a sottolineare che il clima all’interno del quale lavorano i consiglieri comunali soprattutto nell’ultimo periodo e’ pesantissimo. Non e’ concepibile discutere un atto cosi importante un giorno prima della scadenza e senza alcuna possibilita’ di poter intervenire. Tutto cio’, non giustifica comunque a mio parere, il fatto che una maggioranza (se esisteva gia’ ieri) non sia in grado di prendersi le proprie responsabilita’ ed e’ singolare che il voto di astensione venga utilizzato anche per questioni di notevole importanza da cui dipendono le sorti del peese. In questi casi non si puo’ non decidere! Andava fatto il tentativo di tutelare almeno la prima casa con la consapevolezza che uno squilibrio finanziario di minor entita’ avrebbe certamente consentito maggiori possibilita’ di manovra”.
Il consigliere Nicolò Ferro (Fli) : “Da membro della commissione bilancio credo sia inconcepibile che un argomento di tale importanza debba arrivare in commissione ed in consiglio l’ultimo giorno per essere approvato così come presentato, nonostante sia stato sollevato il problema già nei mesi di maggio da una mozione presentata insieme ad alcuni colleghi d’opposizione. Il Sindaco piuttosto di descrivere il dissesto (strumento di garanzia e riequilibrio del bilancio) in modo catastrofico deve prendere atto che non ha più una maggioranza che gli permetta di governare. Difatti come spiegato dal ragioniere in Consiglio Comunale, il comune è già in dissesto. Aumentando l’IMU avremmo tutte le aliquote al massimo, attualmente non abbiamo la possibilità di pagare i debiti, ne di accedere a mutui, queste sono le tre conseguenze di un eventuale dissesto ma sono anche le condizioni attuali del comune”.
Il consigliere Alessio Contarino: “Io sono stato uno dei più critici verso l’Ammistrazione Comunale per ciò che riguarda l’aumento delle aliquote IMU e questo lo dimostra anche il fatto che votai favorevolmente alla mozione con la quale si chiedeva di abbassare l’IMU al minimo consentito, in quanto la ritengo – per ciò che riguarda la prima casa – un’imposta da abrogare, visto che viola un principio cardine del diritto tributario, vale a dire il divieto della doppia tassazione dello stesso reddito.
E’ solo per senso di responsabilità che ho – non senza prima chiedere sacrifici per tutti, politica compresa – deciso di votare la proposta dell’Amministrazione, proprio per evitare il dissesto finanziario, nonché il fallimento dell’intera comunità, perché è questo che si rischia. Se i cittadini non hanno la possibilità di pagare l’IMU allo 0,53%, non vedo come potranno farlo allo 0,60% derivante dall’intervento dei commissari. Con il dissesto, i creditori del Comune perderanno gran parte dei loro crediti, col rischio di fallimento di molte imprese e conseguenti licenziamenti; ci saranno tagli alla voce stipendi e, quindi, licenziamenti di alcuni dipendenti, con gravi ripercussioni su tutta l’economia locale.
Chi l’ha bocciata, ha delle grosse responsabilità, nel caso in cui dovesse accadere quanto appena detto”.