Cani randagi in via Libera Scavo, scoppia la polemica
0Lascia sempre discutere il randagismo a Scordia. Una città, come tante altre, divisa tra animalisti, cittadini indifferenti e cittadini che non sopportano i cani randagi in giro per le strade. Diverse volte è stata sollevata la questione in merito a presunti casi di cani morsicatori o che, correndo dietro a scooter e biciclette, sembrerebbero rappresentare un pericolo per l’incolumità delle persone.
Ogni quartiere del paese ha ormai il suo branco.
Anche in via Libera Scavo ci sono alcuni cani randagi che stanno sdraiati sui marciapiedi, aspettano che qualcuno porti loro da mangiare e credendo che la strada sia loro tanto da cercare di difenderla, se necessario. E’ proprio quello che sembra essere accaduto nel pomeriggio di ieri. Pare, infatti, che ci sia stata un’aggressione da parte di due dei cani randagi della strada, nei confronti di un altro cane e che, a questo punto si sia scatenata un’accesa discussione tra alcuni membri dell’associazione Mi Fido di Te, presenti al momento dei fatti, e alcuni residenti che sarebbero stufi di vedere questi cani in giro.
A fornirci maggiori dettagli sull’accaduto è Mariella Ragusi, membro attivo dell’associazione Mi Fido di Te-Scordia: “Un cagnolino sfuggito al controllo del proprietario ha aggredito il cane di una vicina mentre era al guinzaglio, quindi i cani del quartiere sono intervenuti e da qui ne è nato un momento di grande concitazione”. “I cani hanno agito per difendere, hanno fatto il loro dovere – spiegano i volontari – anzi sono stati cani civili. Bisogna comprendere anche il comportamento dei cani e, piuttosto che puntare il dito, rendersi conto che non danno alcun fastidio. Quei cani sono microcippati a nome del Comune di Scordia, quindi non si può fare nulla, non si può neanche portarli altrove perché il Comune non può abbandonare cani di sua proprietà”.
L’associazione chiede maggiore attenzione del primo cittadino, Franco Barchitta, affinché venga consultata per eventuali decisioni inerenti il futuro dei cani e perché la questione cani randagi non sia una causa esclusiva di chi se ne occupa con abnegazione e spirito caritatevole. I volontari si occupano di sfamare e curare questi poveri animali, affrontando spese che vanno oltre le possibilità di un’associazione che si autosostiene, fino a tassarsi personalmente. “I cani – chiariscono i volontari -non possono e non devono essere spostati dal loro territorio anzi, considerando che sono microcippati a nome del Comune, vanno tutelati dal sindaco in persona”.
TANIA CATALANO