Che fine ha fatto la proposta di variante al centro storico?
2Il mercato della vendita delle case è fermo. L’attività edilizia sta vivendo momenti drammatici con numerose ditte costrette a chiudere e a cancellarsi dall’albo delle imprese, lasciando a casa i propri operai. Mai come in questi momenti le scelte politiche sono decisive per le sorti dell’attività di un comparto, quello delle costruzioni, costretto a fare i conti con il Piano Regolatore Generale approvato dalla Regione il 10 settembre 2008 che, ampliando la delimitazione del centro storico, ha di fatto bloccato l’attività edilizia in un’ampia parte del centro urbano.
A sollevare la questione è il consigliere del Pd ed ex sindaco, Salvatore Agnello che ha inviato al presidente del consiglio comunale ed al sindaco, la richiesta di iscrizione dell’argomento all’ordine del giorno del consiglio comunale.
Il consiglio comunale, infatti, si riunì il 13 febbraio 2012 per discutere proprio della variante che avrebbe dovuto decidere se ridurre il perimetro della zona A, lasciando fuori abitazioni che nella maggior parte dei casi, nulla hanno a che vedere con il centro storico e con i vincoli dettati dalla Sopraintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali. Quel consiglio – come sottolinea Agnello – non potè votare nulla perchè la maggioranza dei consiglieri comunali presenti dichiarò di non potere partecipare alla discussione e al voto perchè incompatibile, alla luce del contenuto della deliberazione correlato a interessi diretti, o di parenti e affini sino al 4° grado. Dichiarazioni che di fatto provocarono prima il rinvio della seduta e, successivamente la richiesta alla Regione della nomina di un Commissario ad acta che avrebbe dovuto sostituirsi al Consiglio e procedere ad approvare la variante allo strumento urbanistico. Il commissario ad acta, dopo avere studiato le carte, avrebbe rimesso la competenza della trattazione al Consiglio che – secondo Agnello – non è stato mai aggiornato ne sugli sviluppi della nomina del Commissario ne sull’esistenza di orientamenti normativi che possano restituire allo stesso consiglio il coraggio e la responsabilità di decidere su una materia di assoluta rilevanza.
Il tempo stringe. Dai primi giorni di aprile, infatti, il consiglio comunale, in vista delle elezioni comunali, non potrà più approvare atti in variante agli strumenti urbanistici.
L’appello del consigliere Agnello, che raccoglie a sua volta il grido di allarme di imprese e cittadini parte dalla constatazione dei numerosissimi immobili in vendita e soprattutto, grazie anche alla crisi economica, del blocco delle demolizioni e ricostruzioni, degli accorpamenti e delle ristrutturazioni delle unità edilizie di piccole dimensioni che sono l’unica alternativa ai costi elevati delle nuove costruzioni. Pareri e prescrizioni per interventi edilizi in un centro storico che – come afferma Agnello – tale non è – scoraggiano qualsiasi iniziativa con il risultato di un diffuso stato di abbandono e degrado di un patrimonio che meriterebbe altra sorte.
L’invito di Agnello è rivolto al consiglio affinchè percorra questa strada, tenendo conto delle prescrizioni del commissario che di fatto avrebbe lasciato liberi i consiglieri di decidere, senza incompatibilità di sorta.
“Sarebbe un gravissimo atto di irresponsabilità politica ed amministrativa – afferma Agnello – rimandare all’insediamento del prossimo consiglio comunale in estate la deliberazione della variante, lasciando trascorrere altri mesi preziosi per una decisione, in assenza della quale dal settembre 2008 l’economia cittadina patisce un vincolo inaccettabile alle attività di uno dei settori fondamentali”.
LORENZO GUGLIARA
Le perplessità sul centro storico in un nostro articolo del 14 novembre 2008 (leggi)
Nella foto la nuova riperimetrazione del centro storico (Zona A) definita dalla Regione (in grigio quella originaria)