Disoccupazione e Pil in calo parlano i sindacati e patronati scordiensi
0“Terziario in crollo ma comparto agricolo ed edilizia in picchiata”, questo è il nuovo volto della disoccupazione scordiense secondo alcuni dei sindacati e patronati locali.
Un 2014 da bollettino di guerra: con PIL in picchiata, in calo del 2,4% e disoccupazione alle stelle, con 3,7 punti in meno rispetto al 2013. “Oggi si registra un tasso d’inoccupazione locale del 30% circa” stando alle stime tratte dai sindacati e patronati locali: CISL, UIL, CIGL ed ENASCO, con un emorragia di posti che stenta a risalire e si prospetta in calo anche per il neonato 2015.
A ciò si aggiunge l’aumento incessante degli espatri verso altre nazioni europee, non solo rivolto ai più giovani, con il rischio dell’invecchiamento demografico della comunità locale.
A registrare ingenti danni il comparto agrumicolo, fonte di sostentamento per il 50% della popolazione locale. Alla scomparsa dei piccoli produttori agricoli, in funesto calo perché sempre più sotto il giogo della tassazione esacerbata e delle spese senza margine di ricavo, si deve sommare l’aumento sostanziale dei cosiddetti “disoccupati temporanei” afferenti ad una fascia d’età che varia dai 20 ai 50 anni. Si tratterebbe dei lavoratori settoriali che soffrono la riduzione delle campagne di coltivazione stagionali. “ Prima una campagna agrumicola negli anni d’oro durava 7 mesi a pieno regime lavorativo, oggi se tutto va bene si lavora in maniera altalenante da Dicembre a Maggio”.
Il tutto si traduce in un circolo vizioso a perdere in termini di assistenza previdenziale: meno giornate lavorative registrate minore, in proporzione, indennità di disoccupazione percepita dal richiedente.
“La speranza è l’ultima a morire ma viste le prospettive non sappiamo fino a che punto” dichiara Massimo Turrisi per il sindacato UIL.
In termini di patronato, dichiara Filippo Scavo responsabile locale Enasco, il numero dei richiedenti prestazioni assistenziali ASPI e MiniAspi sono aumenti del 30% rispetto al 2013 con aumento del 20% delle domande di Mobilità ordinaria per licenziamenti collettivi.
“A farne le spese sono i contratti di lavori sempre più a tempo determinato fino a toccare la cadenza mensile – ribatte Rocco Ansaldi per CIGL – Attendiamo l’applicazione del job-act ma riteniamo che non è togliendo diritti ai lavoratori creiamo lavoro”.
Il comparto edilizia ha registrato riduzioni di oltre il 60% – dichiara Alfio Turrisi per la Cisl- la nuova disoccupazione ha il volto dei giovani, dai 18 ai 25, e degli ultra sessantenni non ancora in età pensionabile, causa la riforma Fornero, ma discriminati poiché non rappresentanti una valida forza lavoro in attivo.
Si prospetta quindi un 2015 di pesanti bilanci in negativo. Stando alle prime stime il reddito pro capite che percepirà ogni bracciante (anno d’imposta 2014) è inferiore del 35/40% rispetto a quello percepito nel 2013. Ma il dato critico si attesta sul fatto che “ un buon 25% dei richiedenti prestazioni a sostegno del reddito non hanno trovato occupazione e ciò avrà ripercussioni in merito di sussidi per il sostegno del reddito per l’anno in corso”.
Ambiguo il destino di coloro che si vedranno scadere il contratto nel corso del 2015. I fortunati o sfortunati, a seconda del percorso lavorativo, potranno usufruire dei tre nuovi ammortizzatori sociali, varati dall’articolo 1 comma 2 legge 183/2014 ora al vaglio delle Commissioni Lavoro: Naspi (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego- indennita’ mensile di disoccupazione); Asdi ( Assegno Di Disoccupazione ulteriore sussidio di 6 mesi alla scadenza del periodo di inoccupazione coperto dalla Naspi) e Diss-Coll (indennità di disoccupazione mensile per i collaboratori coordinati e continuativi a progetto). Il tutto partirà a decorrere dal 1 Maggio 2015.