Domenico Centamore tra set cinematografico e cartolibreria
0Scordia vanta la presenza di un attore che, con umiltà, sta facendosi strada diventando sempre più professionale, parliamo di Domenico Centamore, l’amico sorridente di tutti. Noi di scordia.info lo abbiamo intervistato, una chiacchierata piacevolissima che vi raccontiamo.
Domenico, oggi fai l’attore ma tu non hai cercato questo mestiere, piuttosto sembra essere stato lui ad averti cercato. Come è successo?
Io vengo da una famiglia con la recitazione nel sangue, mio zio è il noto a tutti Sebastiano Ministeri e ricordo che, sin da quando ero piccolo, sempre nelle riunioni di famiglia ci intratteneva mettendo su spettacoli divertenti. Quindi quest’arte ce l’avevo nel sangue, l’ho sempre amata e da ragazzino recitavo spesso con mio zio. Crescendo mi sono dedicato ad altro perché erano altri tempi e la priorità era costruire qualcosa di certo, nonostante io abbia continuato a fare teatro, cortometraggi insieme a mio zio e a mio cugino. Poi ci fu l’occasione de “I cento passi” e così iniziò ad esistere il Domenico attore.
Preferisci più la dinamicità e la spontaneità del teatro o le modalità più schematiche e meno improvvisate del cinema?
Tra i due preferisco più il cinema, il rapporto con la macchina da presa è particolare perché mi gasa moltissimo e riesco ad esprimermi attraverso questo mezzo.
In quanti film hai recitato?
Non vorrei sbagliare ma fra televisione e cinema, con “I fantasmi di Portopalo” credo proprio siano 24.
Nel tempo com’ è cambiato il tuo approccio con la recitazione, con il cast, con i registi?
All’inizio ero più incosciente, recitavo molto di pancia e in base all’esperienza che avevo, oggi anche dopo aver fatto qualche scuola di recitazione, mi sento più consapevole quando recito, sono anche più abituato e, quindi, più professionale. Diciamo che “ora sugnu cchiù attore”.
Questa esperienza come ti ha cambiato? Avverti quel senso di umiltà che dovrebbe contraddistinguere ogni artista?
Assolutamente si, sono convinto che non si guadagni nulla nel darsi le arie, piuttosto è restare se stessi che ti fa andare avanti e ti permette di essere amato dalle persone. I tramite questa esperienza ho conosciuto tanti artisti di rilievo, da Ficarra e Picone a PIF a Michele Placido, Raul Bova, Franco Nero, e proprio dai grandi ho imparato l’importanza di restare se stessi, ho notato che più sono grandi e più sono umili. Ed è proprio l’esempio che dobbiamo dare ai giovani, l’umiltà.
Quanto c’è della tua Scordia quando reciti?
In ogni film in cui recito avverto il senso della responsabilità nei confronti dei miei concittadini. Quando interpreto un personaggio penso agli scordiensi che saranno tutti davanti allo schermo a guardarmi. E’ prima di tutto per loro che faccio del mio meglio. Perché la soddisfazione più grande è tornare a casa e sentirmi elogiato dai miei compaesani. Scordia è la mia “stampa”, la mia forza e la mia felicità è che i miei concittadini siano orgogliosi di me.
Parliamo dell’ultimo successo, “I fantasmi di Portopalo”, quanto ti sei immedesimato in questa storia così attuale?
Questo è stato per me uno dei primi ruoli difficili perché fino ad ora ho sempre interpretato il ruolo del mafioso, del cattivo e qualche parte da comico nei film con Ficarra e Picone. Qui ero un personaggio buono, disperato perché viveva la drammaticità di una situazione dolorosa e la difficoltà di una scelta, stare dalla parte di chi lotta per la verità o dalla parte della massa omertosa. Una interpretazione complessa sia per le caratteristiche del personaggio sia per il ruolo in se, nella prima puntata io ero, addirittura, co-protagonista.
Per quanto riguarda la storia, è di un’attualità sconvolgente. Purtroppo oggi siamo quasi abituati a queste tragedie di famiglie intere che per disperazione si affidano al mare e spesso non arrivano neanche a destinazione. Quando avvenne il fatto narrato nel film non eravamo ancora pronti a tragedie di questo tipo. La reazione non poteva che essere diversa.
Che ci dici di Beppe Fiorello?
E’ un vero professionista che non lascia nulla al caso, nello stesso tempo è una persona di grande umiltà e umanità con cui si può parlare, scherzare ma anche lavorare con estrema serietà.
Tu gestisci questa cartolibreria, vai a recitare e poi ritorni alla tua attività come niente fosse. Pensi che sarà per sempre così?
Non lo so, fino ad ora questo è il mio punto di riferimento, il posto in cui stacco e mi rilasso dopo essere stato fuori e aver recitato. Io sono cresciuto piano piano senza fretta e questa cartolibreria mia ha aiutato molto in questo. Negli ultimi anni ho lavorato tanto e quindi mi sono dedicato meno alla mia attività di cartolibraio, sinceramente non so come andrà ma io mi auguro di riuscire sempre a fare entrambe le cose.
Progetti per il futuro?
Giovedì sono stato a Roma per un provino. Al momento, comunque, non ci sono progetti in corso anche se si dovrebbe fare la seconda serie di “La mafia uccide solo d’estate”.
TANIA CATALANO