Fiamme all’Ambelia. Per Musumeci serve intervento finanziario.
0Un incendio di vaste proporzioni è divampato nei giorni scorsi in Contrada Ambelia, in territorio di Militello a pochi chilometri da Scordia, dove ha sede da oltre un secolo un centro di monta per stalloni appartenuto dapprima all’Esercito Italiano e nel dopoguerra passato all’ente regionale che si occupa della salvaguardia e dell’incremento delle razze equine autoctone. Le fiamme, con la complicità del vento, hanno raggiunto la storica tenuta, appartenuta ai principi militellesi Branciforti e solo il tempestivo intervento della forestale, dei vigili del fuoco e dei palafrenieri addetti alle scuderie è servito a mettere al sicuro gli equini presenti in quel momento (una cinquantina di cavalli e asini). L’incendio, alimentato anche dal forte vento di scirocco, ha devastato buona parte dell’azienda regionale, divorando circa trenta ettari di pascolo, centinaia di ulivi secolari, i recinti e le staccionate in legno per gli animali per un danno incalcolabile. “Serve un intervento finanziario congruo e tempestivo per sanare la profonda ferita subìta dall’Istituto regionale per l’incremento ippico.” A lanciare l’appello al governo Crocetta è il deputato Nello Musumeci, “Non vorremmo – hanno scritto i deputati Nello Musumeci e Gino Ioppolo in una nota inviata all’assessore all’Agricoltura Reale – che questa calamità possa servire da alibi a quanti, nel governo regionale, da qualche tempo puntano a smantellare l’Istituto per l’incremento ippico in nome di una presunta riduzione della spesa pubblica. Essa, infatti, appare solo un pretesto, se si considera il valore economico, culturale e turistico che una struttura del genere, se opportunamente potenziata e valorizzata, può rappresentare per l’Isola e per il territorio del Calatino in particolare. Siamo certi che anche i sindaci di Militello e Scordia faranno sentire la loro voce, affinché il governo regionale voglia predisporre un intervento-tampone immediato per consentire ad Ambelia di ripristinare quanto distrutto dalle fiamme. Non vorremmo – concludono i parlamentari – che al danno si aggiungesse la beffa.”