Il consiglio comunale approva, con voto maggioritario, la dichiarazione di Dissesto Finanziario
0Il consiglio comunale, in pubblico consesso il 13 dicembre scorso, ha approvato con voto maggioritario – con deliberazione n°115- la dichiarazione di dissesto finanziario.
L’ente si dice non più in grado di ottemperare alle funzioni e ai servizi indispensabili, impossibilitato ulteriormente a onorare i crediti liquidi ed esigibili di terzi.
Mozione approvata con 13 voti favorevoli ed 1 astenuto.
Unanimi i pareri tecnici favorevoli: del responsabile del Servizio finanziario, responsabile istruttore, collegio dei revisori dei conti e 2° commissione consiliare.
Ad aprire la seduta il presidente del consiglio che si è detto costretto a prendere atto di un disastro economico-finanziario che si trascina da anni. “Penso che dobbiamo tornare nelle strade e nelle piazze e venire incontro alle esigenze di una città che mostra i segni di una comunità che negli ultimi 10 anni è stata senza guida abbandonata a se stessa- e continua- Sono convito che Scordia abbia la capacità e la dignità di superare questo momento”.
“Le misure prese dall’amministrazione non sono servite a evitare il dissesto” dichiara il primo cittadino nel suo intervento esplicativo. Il comune non ha retto il giogo di un elevato indebitamento per mutui contratti con la Cassa DD PP, per far fronte a notifiche di antecedenti sentenze, a ciò si è aggiunto il peso della sentenza De Cristoforo, che condanna il comune a pagare 4 milioni e 600 mila euro per un esproprio. Macigno ingente sul bilancio secondo la corte dei conti che il 13 novembre scorso ha dichiarato insostenibile il piano di riequilibrio. “L’atto che stiamo per approvare rappresenta un atto traumatico ma serve a fare chiarezza.. esordisce Tambone e continua- io mi auguro che possa rappresentare una chiave di volta per un futuro migliore”.
Discorso controvertibile, quello del primo cittadino, per i consiglieri che a turno hanno preso la parola. I consiglieri Rizzo e La Magna rispettivamente lamentano “ un muro dell’amministrazione per impedire qualsiasi interlocuzione- dichiara Rizzo- l’amministrazione avrebbe dovuto parlare prima con i cittadini”, “non solo elenco di debiti ma anche mancati introiti per una cattiva amministrazione” dichiara il consigliere La Magna.
Scelte discutibili quelle del primo cittadino per il consigliere De Pasquale. “Il dissesto del comune non è arrivato da malversazione, da cattiva amministrazione ma perché altri organi dello stato ci hanno raso al suolo” controbatte il consigliere Bellò.
“Il dissesto rappresenta una frattura tra passato e futuro-dichiara il consigliere Guttuso- ma ciò servirà per evitare il ripetersi di tali errori”. Astensionista ma oppositore costruttivo il consigliere Caniglia mentre diversamente favorevole al dissesto il consigliere Frazzetto che auspica il risolutivo ritorno alle urne.
A concludere la seduta, prima di dare l’ultima parola al primo cittadino e il seguente voto per alzata e seduta, le puntualizzazioni del consigliere Renda “ i debiti risalgono agli anni ‘90”.
Mozione approvata, quella del dissesto, con esecuzione immediata con 14 voti favorevoli.