Il Consiglio comunale ha deliberato la decadenza di Rocco Pernice
0Ci aveva sperato fino all’ultimo. Con lo sguardo cercava i suoi colleghi di maggioranza. La sua articolata e per certi versi controversa memoria difensiva non ha fatto cambiare idea a quelli che già ne avevano deciso la sua decadenza dal Consiglio. La dichiarazione di voto di Gianluca D’Agosta, che insieme a Giovanna Catalano e Stefania Sangiorgio farebbe già parte del Movimento Diventerà Bellissima, suona come una sentenza anticipata. A votare contro l’amico Salvatore Burtone, l’unico rimasto a fianco di Pernice.
E’ finita così l’esperienza in consiglio di Rocco Pernice, eletto con 115 voti nella lista Barchitta Sindaco, che entra di diritto nella storia del comune per avere mandato in consiglio ben 10 consiglieri su 16. Un avvicendamento dettato da dimissioni, a volte anche traumatiche, come quella di Salvatore Tomagra che ha dedicato molto tempo del suo mandato a cercare di scovare cittadini morosi e tra questi anche consiglieri e amministratori. Un ruolo che per alcuni sarebbe andato al di là dei suoi poteri. Una vera e propria spina nel fianco del sindaco Barchitta che ha cercato in ogni modo di farlo dissuadere, magari dandogli compiti speciali, ma che alla fine è finita con un divorzio i cui effetti sono stati dirompenti.
Il testimone di Tomagra, uomo di maggioranza, è stato raccolto da Eugenio Russo, consigliere di primo pelo di opposizione che ha continuato sulla strada intrapresa dal suo “avversario” politico. Il consigliere di Scordia Bene Comune ha sollevato il caso, chiedendo di passare ai raggi X consiglieri e amministratori comunali per verificare che nessuno avesse pendenze o debiti pregressi con l’amministrazione a cui avevano giurato fedeltà.
Tra omissis e minacce di querele, si arriva al giorno della verità. Il consigliere Pernice, al momento della sua nomina vantava un debito di 3.496,26 frutto di debiti maturati a seguito dell’emissione di avvisi bonari o solleciti di pagamento e riferiti agli anni 2008, canone acqua, 2009, 2010, 2011 e 2012, canone Tarsu e 2010 Ici. Dopo il caso sollevato dall’interpellanza del consigliere Russo, il consigliere Pernice, il 24 giugno 2020 decide di pagare il suo debito chiedendone, però la rateizzazione, accordata dal Comune. Debito onorato parzialmente perchè dopo la terza rata arriva la decisione del Consiglio che decide la sua incompatibilità a consigliere comunale. Solo l’estinzione del debito, con pagamento dell’ultima rata prevista nel piano, farebbe infatti cessare il conflitto di interessi derivante dalla contestuale posizione di amministratore dell’ente e debitore dello stesso. Una valutazione della eventuale sussistenza ostativa all’espletamento del mandato elettivo che tuttavia è rimessa alla decisione del Consiglio comunale. L’articolo 69 del Tuel garantisce il contradditorio tra organo e consigliere, assicurando a quest’ultimo l’esercizio di difesa e la possibilità di rimuovere entro un congruo termine la causa di incompatibilità contestata.
Adesso Pernice potrà ricorrere al Tar ma in ogni caso il suo apporto politico da gregario all’amministrazione Barchitta potrebbe essere giunto al capolinea. Lo stesso, a poche ore dalla conclusione inaspettata del voto del consiglio che ne ha decretato l’estromissione, ha affidato il proprio sfogo sul suo profilo Facebook. “I consiglieri di maggioranza hanno votato a favore della incompatibilità per un debito che ho già pagato per più della metà della somma dovuta con relativi interessi. Senza rancore ma un detto dice, il tradito può essere un ingenuo ma il traditore resta sempre una carogna“.
Parole che hanno numerosi destinatari. Eppure il sindaco, in una delle sue ultime rare apparizioni in Consiglio, ci aveva provato a difenderlo a spada tratta spiegando che nella triste vicenda della Sangiorgio poi Tributi Italia, fossero spariti i database con gli elenchi dei contribuenti e nessuno in quel momento poteva sapere la propria situazione tributaria. Stessa tesi avanzata, sembra, dai tanti contribuenti morosi, tra questi anche ex impiegati comunali ed ex amministratori anche se solo sulla carta. Cittadini che hanno presentato ricorso alla Commissione Provinciale Tributaria per il fermo amministrativo e a cui l’amministrazione ha deciso, con delibera di Giunta, di costituirsi in giudizio.
La lista Barchitta Sindaco smuove così ancora il primo dei non eletti. Si tratta di Benito Agnello. Dopo di lui sono rimasti solo in tre e ancora mancano due anni dalle elezioni.