Il Vescovo consacra il nuovo altare della chiesa di San Giuseppe
0Una data da ricordare per la comunità parrocchiale di San Giuseppe quella del 16 ottobre. In questo giorno, infatti, il Vescovo Mons. Calogero Peri ha dedicato il nuovo altare della chiesa neoclassica, che è stato realizzato tenendo conto delle nuove norme liturgiche. L’altare, realizzato in pietra con la forma del cubo, rappresenta il cuore della ristrutturazione della chiesa. È stato, infatti, ripristinato l’altare maggiore, che era stato asportato negli anni successivi al concilio Vaticano II e che adesso ha potuto riguadagnare il suo posto originale in fondo al presbiterio. Ed è stato, inoltre, realizzato un nuovo ambone, posto lateralmente sotto il presbiterio.
Nella chiesa gremita, è stata celebrata una solenne Celebrazione Eucaristica, alla quale erano presenti le autorità civili e militari di Scordia, con la quale è stata consacrata la nuova ara sacrificale. È questo, infatti, il significato del “cubo” proposto dalle norme liturgiche: come ha precisato il Vescovo nell’omelia, con la quale ha tenuto una vera e propria catechesi sulla liturgia, l’altare deve richiamare la pietra in cui un tempo veniva immolato l’agnello ed ora viene spezzato il pane. Al contempo, però, essa deve ricordare la mensa che il Signore continua ancora a consumare ogni giorno con i suoi figli.
“Ho fatto tutto questo perché amo questa comunità parrocchiale, in cui sono cresciuto” ha detto il parroco, don Gaetano Tomagra, aggiungendo che “non ricordo un momento della mia vita spirituale che non ho passato in questa comunità”.
Dopo l’omelia, il Vescovo ha compiuto i riti di dedicazione: ha posto le reliquie presenti in chiesa innanzi all’altare, a rappresentare l’intercessione dei santi che sono stati invocati con le litanie, ha unto l’altare con il crisma ed, infine, ha arso su dI esso l’incenso. Dunque è stato pronto per essere adornato con la tovaglia e i fiori e poter continuare la Celebrazione, in cui, per la prima volta, è stato spezzato il pane sul nuovo altare, che ben si inserisce all’interno della chiesa, ottocentesca, realizzata secondo canoni puramente neoclassici, che ora possono essere meglio ammirati nell’altare maggiore. Altare, questo, che costituisce solo una minima parte delle tante cose che, in questa chiesa come in tante altre, purtroppo, sono state rimosse negli anni per essere sostituite da altre che non si addicono allo stile delle chiese, rischiando, spesso, di essere perdute, eliminando ogni forma di storia e tradizione da quella chiesa.