La questione morale complica la nascita di un Tambone bis.
0Tutti contro tutti o la resa dei conti. Due titoli che calzano bene per una delle vicende politiche più tristi della storia recente di questo Comune che si trova a fare i conti con il caso Ufficio Tecnico. Le dimissioni dell’assessore ai lavori pubblici, Pippo Lo Castro hanno generato uno tzunami che ha travolto la Giunta creando, oltre che una questione che sarà valutata in sede giuridica, anche e soprattutto una questione morale con i consiglieri comunali che da più parti hanno chiesto chiarezza e invitato il sindaco, Franco Tambone a lasciare presto la sua carica per tornare ad elezioni. Troppo evidente e ormai irreparabile il danno di immagine causato da una vicenda che rischia di avere risvolti penali e che il sindaco Tambone non è riuscito a gestire sino a sfuggirgli di mano.
Era stato un quinto dei consiglieri a chiederne la convocazione per discutere sulla vicenda che riguarda i lavori finanziati per la riqualificazione della scuola media “Salvo Basso” la cui gara dovrà essere espletata a breve dopo avere espletato le formalità tecniche. A mettere benzina sul fuoco è stato il responsabile dell’Ufficio Tecnico, l’architetto Salvatore Campisi, l’unico a rispondere alla convocazione del presidente mentre il Responsabile Unico del Procedimento, l’architetto Salvatore Mazzone ha declinato l’invito chiedendo un giorno di ferie e affidando la sua “memoria” ad una lettera tecnica (leggi) che ripercorreva le tappe del procedimento.
Inequivocabili invece le parole del capo dell’UTC messe nero su bianco su quattro cartelle (leggi) in cui in modo chiaro si è fatto riferimento a “pressioni” per affidare la direzione dei lavori ad un professionista esterno. Parole che sono precipitati come macigni all’interno dell’aula consiliare e che hanno chiamato in causa l’ex assessore Lo Castro, che come poi affermato nel suo discorso dall’ex assessore e consigliera, Mariella Centamore, si sarebbe schierato e messo a capo di una “banda” all’interno dello stesso ufficio. A sorpresa, è stato il capo gruppo del PD, Josè D’amico, che ha letto una lettera (leggi) fatta pervenire dall’ex assessore ai Lavori Pubblici il quale, non entrando affatto nella delicata questione sollevata da Campisi, ha chiarito le motivazioni non certo personali delle sue dimissioni. Attacchi pesanti per i suoi ex compagni di Giunta e per il presidente del Consiglio, Francesco Cacciola definito come il regista di un’attività diffamatoria nei suo confronti e accusato di avere interferito in ragionamenti che riguardavano solo ed esclusivamente il Partito Democratico.
Numerosi nel corso della serata gli interventi dei consiglieri che alla fine sono stati ascoltati in silenzio e a capo chino dal sindaco, Franco Tambone, che nel suo intervento ha provato a smorzare i toni ormai surriscaldati da una vicenda che rischia a questo punto di compromettere la stessa nascita della giunta Tambone bis malgrado i buoni propositi dello stesso primo cittadino che dovrà fare i conti con una maggioranza ai ferri corti e ormai disciolta come neve al primo vero caldo stagionale.