L’EFFETTO DOMINO DEL “CREDIT CRUNCH”. Se le Banche non fanno più il mestiere di Banche.
0L’EFFETTO DOMINO DEL “CREDIT CRUNCH”. Se le Banche non fanno più il mestiere di Banche di Francesco Gherardi
Lo sciopero degli operatori ecologici per ritardi nelle loro spettanze economiche, sembra riprodurre una casistica classica degli ultimi periodi. Casistica purtroppo comune a tantissime aziende: ……Il ritardo nel pagamento degli stipendi. Molte aziende sono costrette loro malgrado a ritardare i pagamenti (compresi gli stipendi) perché non hanno liquidità sufficiente per finanziare il loro ciclo economico. Non sono per nulla aziende in crisi o peggio che hanno difficoltà a stare sul mercato. Tutt’altro sono aziende che ricevono i pagamenti delle loro vendite di beni e servizi a 120/150 gg. Infatti, una delle tante conseguenze della crisi è stata l’allungamento tra il ciclo economico e il ciclo finanziario. Tutto ciò che era 60/90 gg. è diventato 120/150 gg. Non parliamo poi dei crediti vantati nei confronti della P. A. dove la divaricazione raggiunge livelli insostenibili. Capite bene che con questi numeri diventa difficile pagare regolarmente fornitori e lavoratori oltre che rispettare tutte le proprie scadenze (Tasse comprese). Per finanziare il mancato sincronismo tra entrate e uscite del proprio ciclo economico, qualsiasi azienda ricorre al credito di funzionamento rivolgendosi e attingendo al sistema bancario. Se salta questo meccanismo fondamentale per aggiustare ciclo economico e ciclo finanziario la macchina s’inceppa. E’ il classico problema del serpente che si morde la coda. L’azienda riceve con ritardo i pagamenti delle proprie fatture, il sistema bancario non concede le anticipazioni e si pagano con ritardo stipendi e fornitori. Propri fornitori che sono a loro volta aziende con propri lavoratori e fornitori. Se il lavoratore non riceve in tempo il proprio stipendio, non paga nei termini le tasse locali, non riesce a onorare i propri impegni, le proprie scadenze e cosi via all’infinito. E’ l’EFFETTO DOMINO della crisi di liquidità. Le banche hanno la funzione primaria di raccogliere denaro e concedere prestiti e anticipazioni a famiglie e imprese (Economia reale). Le vicende degli ultimi anni ci hanno detto purtroppo che, le banche non sempre hanno svolto questa loro funzione, privilegiando altre funzioni (derivati e tanto altro). La stessa grave crisi economica in atto oramai dalla fine del 2008 ha colpito gravemente il sistema bancario. Oggi le banche concedono con difficoltà credito perché si dice che, sono loro stesse in grave crisi di liquidità per offrire denaro al sistema produttivo. In altre parole assistiamo a quello che è definito il “credit crunch” dagli effetti devastanti per l’intera economia. Come se ne esce da questa spirale?
In momenti di crisi economica e di fase recessiva chi governa la politica monetaria, mette in atto meccanismi e strumenti di espansione monetaria. La mossa del Governatore della BCE Mario Draghi di aumentare la massa monetaria andava in questa direzione. Il maxi-prestito alle Banche al tasso agevolato dell’1% doveva (il dubitativo è d’obbligo) mettere le Banche nelle condizioni favorevoli di concedere prestito all’economia produttiva reale, (famiglie e imprese). Il LTRO (Long Term Refinancing Operation), l’operazione di rifinanziamento a lungo termine è stata fatta per raggiungere l’economia reale. In passato non si era mai assistito a un’operazione monetaria di queste dimensioni per quantità e soprattutto qualità (Prestito a bassissimo costo). Insomma a giudizio di tutti gli economisti, la Terapia prescritta era quella giusta sul piano monetario per fare fronte alla crisi e alla stretta creditizia. Cosi come in medicina se la terapia è giusta, per essere poi efficace, occorre anche che il malato rispetti rigorosamente la prescrizione medica. Se il malato non esegue la prescrizione, la cura va a farsi benedire e la guarigione pure. Allargare i cordoni della borsa è stata una mossa intelligente e coraggiosa. Un estremo rimedio per un male estremo, ma……..ma……come sempre c’è un ma. I 1000 miliardi immessi nel mercato nei mesi scorsi sono finiti e andranno nelle disponibilità degli imprenditori che devono fare gli investimenti? Sono concessi agli imprenditori che devono finanziare la discrasia tra le loro entrate e uscite? Stanno realmente finendo nelle mani delle famiglie che devono ritornare a consumare? Il Maxi prestito raggiunge l’economia reale ? oppure alimenta il conto economico del sistema bancario?
Se le Banche – Italiane ed Europee – con i soldi che gli sono stati prestati dalla BCE concretamente gratis (tasso 1%), anziché agevolare i prestiti alle famiglie e finanziare le imprese, preferiscono non rischiare e parcheggiarli al calduccio, la malattia del “credit crunch” non sarà guarita. Se il maxi-prestito è messo al sicuro per acquistare Titoli del debito sovrano al tasso del 4/5%, evidentemente qualcosa non quadra e non va per il verso giusto. La terapia prescritta di porre fine al “credit crunch” non essendo osservata alla lettera, non darà neanche i frutti sperati per la quale era stata pensata e messa in atto. Gli unici frutti e le uniche conseguenze benefiche saranno solo per il sistema bancario che prendendo a prestito denaro fresco all’1% lo reimpiega in Titoli di Stato che rendono al 4/5%. Spesso dando a garanzia quegli stessi Titoli del Debito Pubblico acquistati, un vero paradosso dei paradossi. Tutto questo oltre che sembrare un paradosso, fa scaturire una riflessione logico-deduttiva. Se l’ingente quantità di denaro immesso nel mercato finanziario doveva alla fine servire ad acquistare Titoli di Stato Europei, non era logico che fosse direttamente la BCE ad acquistare Titoli di Stato. Non era logico che fosse la BCE ad acquistare il Debito Pubblico dei paesi Europei SENZA L’INTERMEDIAZIONE DELLE BANCHE, che per il modico disturbo lucreranno la differenza tra il tasso dei rendimenti dei Titoli Pubblici (4/5%) e il costo del prestito avuto dalla BCE(1%). Le Banche e il sottosistema finanziario avevano proprio bisogno di quest’ulteriore regalo? Chi aiuta l’economia reale? Chi aiuta le imprese a pagare gli stipendi con regolarità?