L’Ettore Majorana presenta i premi vinti a Partanna
0Il Liceo Ettore Majorana si è aggiudicato la 13° edizione del concorso nazionale teatro-scuola Grifo D’oro, con la rappresentazione teatrale L’Orchestra di Auschwitz, spodestando l’ITC V. Giordano di Bitonto, con l’opera “Quello che conta è amare”, vincitore da anni della kermesse.
Opera liberamente tratta dal testo della pianista francese- deportata a Auschwitz- Fania Fenelon nata da un progetto “un nuovo modo di fare didattica” finanziato con fondi regionali, che rientra nell’ex articolo 9 ovvero contratto collettivo per scuole in area a rischio, approvato e messo in scena per la prima volta il dicembre scorso.
A celebrare l’evento una manifestazione pubblica, ospitata stamane nell’aula magna dell’istituto, che ha visto la partecipazione del preside Roberto Maniscalco, dei docenti coordinatori del progetto Giovanni Amore (regista/sceneggiatore) ; Alessia Gavini (musiche) e Santo Vasile (scenografia), del primo cittadino Franco Tambone, dell’assessore alla pubblica istruzione Mariella Centamore e degli studenti del quinquennio.
Ospiti speciali l’attore concittadino Domenico Centamore e il musicista compositore Paolo Buonvino, collegato in videoconferenza.
L’opera nasce da una concezione greca di teatro partecipato, come funzione civile e luogo di discussione- dichiara lo sceneggiatore regista Giovanni Amore.
Vincitori pluripremiati i 36 studenti che hanno incluso al novero il premio per la migliore regia della rappresentazione, la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica e medaglia d’oro del Presidente della camera.
Il pubblico tutto e la giuria del teatro ospitante di Partanna hanno gratificato il dramma dell’olocausto e il messaggio sociale veicolato dalla musica e dalla capacità scenica “dell’orchestra dei giovani attori liceali”.
Riconoscimento va difatti dato all’orchestra studentesca ha suonato dal vivo i testi dell’opera “all’interno della rappresentazione la musica è un modo per sopravvivere al lagher, l’orchestra suonava per vivere ma per i suoi carnefici- afferma la professoressa Gavini – quella musica nasce per squarciare un velo che purtroppo era filo spinato”.
Premio mancato invece quello per la sceneggiatura creata interamente con materiali poveri “ ci siamo adattati alla necessità della pochezza dei fondi- dichiara Vasile- abbiamo abbinato l’orrore della morte nazista al nero dei sacchi dell’immondizia integrandoli con il legno delle pedane, necessarie per riprodurre la baracca”.