MILITELLO. La Notte di Natale vista dagli occhi di Vincenzo Anieri
0Tende dorate fanno da sipario allo scenario biblico per eccellenza “La Natività”, da 2000 anni tema delle creazioni di numerosi artisti, vista dagli occhi di Vincenzo Anieri.
Settantatreenne bracciante agricolo militellese, con la passione atavica per la notte che ha cambiato la storia dell’umanità, rappresentata in Presepe.
Semplice, fastosa e commovente la sua “Notte di Natale”è fatta di minuzioso lavoro di ricostruzione, lontana da quella scena essenziale rappresentata in epoca paleocristiana. Lo scenario è un villaggio che si dipana in piccole scene cristallizzate traboccanti di personaggi. Protagonisti pronti a raccontare una pagina del vangelo in “dialetto” dal forte valore religioso ed umano.
Le più di 500 figure presenti, sistemate su una superficie di 14 mq, hanno i tratti dell’artigianalità sicula autoctona. Volti stanchi e pregnanti, perché “u munnu è di cu ciancia e cu rida” dice Anieri , che raccontano di compositi istanti di vita come quelli del medico, dentista, del condannato messo al palo, del fabbro, fornaio, giocatori di carte, calzolaio, lavandaie, boscaiolo, delle massaie che danno da mangiare alle galline e dei pastori che pascolano il gregge.
Scene che raccontano storie come quella del giudice di pace pronto a giudicare un povero ladro di ricotta, pover uomo spinto a rubare per sfamare la famiglia. Non manca “uno c’arrusta a carni i costiceddi a sasizza, chiddu ca vinna u pisci, o secondo la tradizione militellese chiuddu cha sta munnannu i ficudini”- racconta l’autore.
Minuziosa la ricostruzione dell’artigianalità dai venditori di formaggio con “a vilanzitedda co rumanu”, “u cuntadinu ca zappa e u sciccareddu che ligna” o “u vaccari ca pripara a ricotta” e tra i tanti “u stagninu ca sta stagnannu i pignati”.
Ad arricchire l’excursus storico le musiche bucoliche e il cielo che fa ripercorrere, attraverso un sapiente gioco di luci, le magie dell’alba, del tramonto per finire alla notte illuminata dalla stella cometa della natività.
Natura composita, piante grasse e corteccia arricchiscono lo scenario concentrando l’attenzione sulla scena madre della Sacra Famiglia, ancora vista la data in calendario spoglia del bambinello.
Nei quattro mesi necessari al montaggio della struttura nulla è lasciato al caso “ogni personaggio è stato da me scelto con attenzione e posizionato con cura dal più vecchio, di 50 anni fa al più giovane ovvero i pastorelli provenienti dal deserto per la “malura”. Queste opere in terracotta provengono da alcune provincie siciliane ma anche da Montebello, l’Aquila”.
Arte e passione, quella di Anieri, tramandata alla nipote Fortuna D’ascari che appassionatamente contribuisce alla realizzazione della scena, che da 10 anni a questa parte, si presenta sempre diversa al suo pubblico.
Il Presepe, sito in Via Principe Branciforte 97 a Militello, visitabile gratuitamente al pubblico sarà inaugurato l’8 dicembre e accessibile dal 16 al 25 dicembre.