Niente stipendio e orario ulteriormente ridotto. Tornano a protestare i lavoratori precari del Comune.
0Sono tornati di nuovo sul piede di guerra i lavoratori precari del comune di Scordia e questa volta difficilmente ci saranno margini di ricomposizione così come avvenuto un mese fa quando si era riusciti a scongiurare lo sciopero del 5 giugno dopo le rassicurazioni da parte del sindaco, Franco Tambone, sul pagamento di almeno una delle tre mensilità arretrate e sul ritorno a 24 ore “in attesa di avere indicazioni sull’applicazione della legge di stabilità per i comuni in dissesto” aveva però precisato il primo cittadino. Seguendo alla lettera una norma nazionale in caso di dissesto, l’amministrazione comunale ha praticamente azzerato il capitolo di circa 380 mila euro che avrebbero permesso di integrare i trasferimenti regionali che, seppur non sono ancora giunti nelle casse comunali, a malapena riescono a garantire il pagamento di 15 ore settimanali per lavoratore precario. Ma oltre al danno anche la beffa perchè l’amministrazione ha applicato la norma in via retroattiva a partire dal 1 gennaio 2015. Significa che a partire da giugno i lavoratori dovranno “restituire” tutte le ore fatte in più e regolarmente autorizzate dai responsabili dei servizi. Ciò si tradurrà in un azzeramento della qualità e della quantità di servizi da fornire ai cittadini a cui non si può più chiedere un ulteriore sacrificio visto che le aliquote delle tasse sono state già elevate ai massimi termini. Fare quadrare il bilancio è la sfida dell’amministrazione comunale che è stata costretta a “pensionare” in anticipo il dirigente dell’area 1, Innocenzio Guttuso, a cui era stato già prorogata la scadenza di fine rapporto. Altri dipendenti lo seguiranno mentre nel piano di tagli sono previsti anche numerosi pre-pensionamenti.
E’ innegabile che una parte consistente del bilancio, più del 50% è assorbita dalla voce personale e che il Comune, rispetto ad altri, deve fare i conti con più di un milione di euro di mutuo, ma fa parecchio riflettere che, malgrado la voce delle spese per l’energia elettrica sia una delle più alte, non si è mai messo seriamente mano a fare funzionare al meglio i tanti pannelli fotovoltaici sparsi per gli edifici del comune, solo per fare un esempio mentre per gli amministratori diventa sempre più imbarazzante rimanere al proprio posto, anche se con una riduzione dello stipendio del 10 per cento, e non potere più garantire i servizi essenziali ai cittadini da qui ai prossimi anni.
Intanto i lavoratori precari hanno proclamato lo stato di agitazione che sfocerà nello sciopero annunciato per il 3 luglio. Nel frattempo saranno articolate altre forme di protesta per rispondere in sede legale e sindacale a quello che i contrattisti definiscono come un attacco senza precedenti nei confronti di una intera categoria di onesti lavoratori.