
Ridare alla cittadinanza quella parte di economia che indebitamente, attraverso gestioni illecite o di concorrenza sleale gli è stata sottratta. Lo chiede l’Asaes “Nicola D’Antrassi”, l’associazione antiracket e antiusura che opera da molti anni nel territorio e che ha inviato un appello formale alle istituzioni comunali locali affinchè si attivino per fare richiesta all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità che ha la sede principale a Reggio Calabria ed è posta sotto la vigilanza del Ministro dell’Interno. La richiesta riguarda in particolare l’assegnazione al Comune dei beni confiscati allo scordiense Rocco Biancoviso, ritenuto e indicato dagli inquirenti come il referente a Scordia della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano e accusato di avere gestito, per conto del clan, le estorsioni ad imprenditori e destinatario di un provvedimento di confisca in materia antimafia eseguito dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Catania. Allo scordiense che sta scontando una condanna a 12 anni e due mesi, scaturita dall’operazione Chaos, sono stati confiscati beni per un ammontare di circa 10 milioni di euro. La confisca, in dettaglio, ha riguardato nove terreni, otto fabbricati tra i quali una villa con piscina, due auto tra cui una Porsche Cayman, circa 66 mila euro in contanti, un disco pub intestato alla moglie in piazza Cavalli, quote sociali e relativi compendi aziendali di due società, entrambi supermercati denominati “Il Coccodrillo” operanti nel settore della distribuzione di generi alimentari. Considerato che gli immobili confiscati alla malavita possono essere assegnati ai Comuni per finalità sociali e che rientra tra i compiti e gli obiettivi dell’ente comunale individuare e porre in essere, nei limiti delle proprie competenze attribuite dalla legge, il recupero ed il riutilizzo con finalità sociali dei beni sequestrati o confiscati alle mafie, l’associazione sollecita l’amministrazione ad attivarsi per applicare il codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione che chiarisce che i beni immobili sono trasferiti per finalità istituzionali o sociali ovvero economiche con vincolo di reimpiego dei proventi per finalità sociali in via prioritaria. “Il riutilizzo di tali beni – si legge nella richiesta – attraverso l’affidamento con procedura di evidenza pubblica, alle associazioni che ne faranno richiesta, significherebbe dare un segnale concreto di contrasto alla mafia”.
Sulla vicenda è intervenuto il deputato alla Camera, capogruppo M5S in Commissione Giustizia, Eugenio Saitta: “Rivolgo innanzitutto un plauso all’azione delle realtà associative antimafia presenti a Scordia e nel Calatino e ringrazio in particolare l’associazione Asaes per aver messo in luce, con un opportuno intervento, la necessità di mettere a bando e di riutilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata”, dice Saitta. “Difatti i diversi beni confiscati a Rocco Bianconviso, referente dei Santapaola Ercolano, adesso sono un patrimonio pubblico che deve essere reimmesso in circolo, nel circolo della legalità, dell’antimafia, del benessere sociale e collettivo. Lo prevede la legge e occorre dare seguito ad essa: per questo occorre che l’amministrazione comunale, con il sindaco in testa, dia un segnale preciso e rompa il silenzio su questa vicenda. Non si può aspettare oltre: dobbiamo dare ai cittadini ciò che la mafia con i suoi tentacoli ha tolto, quindi socialità, economia legale. Auspico quindi che venga dato subito seguito alla richiesta dell’associazione Asaes e che presto questi beni possano divenire patrimonio collettivo da valorizzare con iniziative nel solco della legalità”.