Saldi stagionali in flessione, cauto ottimismo per gli esercenti
0A pochi giorni dall’inizio dei saldi invernali si parla di: inutile anticipazione dei Saldi- partiti il 3 Gennaio scorso in differita rispetto alle altre regioni-, vendite in flessione, boom di acquisti nei centri commerciali ma cauto ottimismo per questa prima tornata di shopping. Si potrebbe sintetizzare così l’andazzo economico di questa settimana d’apertura delle svendite ufficiali.
Unanimi i commercianti scordiensi nel ritenere una misura inutile la data anticipata in calendario, che a detta loro “non influirà in alcun modo sugli acquisti dei paesani per gli sconti di fine stagione” dopo le trituranti offerte, promozioni, fidelity e mille altre iniziative studiate ad hoc per incentivare le vendite di Natale”.
A esser inficiata sarebbe le capacità di spesa dei cittadini, le cui tasche sono state invalidate delle feste natalizie appena terminate. Di conseguenza i budget per i saldi, per il 36% delle famiglie locali, sono sempre più risicati.
Un 2015, quello degli esercenti, di aspettative e bilanci: “ Fare un confronto di vendita in saldo, con gli anni precedenti, è frustrante in quanto si parla tanto di ripresa, ma sappiamo benissimo che la situazione economica di ripresa, di cui tanto si parla, è solo una grande presa in giro mediatica, nei confronti del cittadino in generale, commerciante e non ,giovane in cerca di lavoro e neo-laureato- esprime un commerciante- E ripresa non sarà ,fino a quando continueranno a nascere centri commerciali, ad oltranza, che tolgono lavoro a noi piccoli commercianti di provincia. A ciò si aggiungono i nostri ormai “concittadini” asiatici dagli occhi a mandorla, che hanno il dominio totale dell’economia, che incrementa le loro vendite, facendo crollare notevolmente le nostre. Causa per il quale il Made in Italy purtroppo, è diventato una rarità.
Nonostante ciò in svariate vie scordiensi dello shopping si respira un cauto ottimismo, mentre Federconsumatori stima un calo del 10% d’inizio saldi rispetto allo scorso anno, le vendite nel comparto moda uomo/donna locale si dicono prevalentemente stabili.
Parlando in termini di svendite stagionali: “Non c’è più la febbre dei saldi” dichiarano altri esercenti – i saldi si fanno sempre più altalenanti e meno entusiasmanti. “Non si cerca più l’occasione da non perdere per rimodernare il guardaroba”. Per incentivare gli acquisti si adottano sempre più tecniche collaterali di vendita: “Ci stiamo attrezzando con metodi alternativi per rendere l’attività dinamica, e i clienti pare rispondano meglio”- dichiarano altri.
L’importante mancanza di liquidità ha cambiato i dettami del mercato che ormai si muove ai ritmi dei nuovi consumatori. Cioè di coloro segnati dalla crisi e che puntano agli acquisti per necessità “Cerchiamo a fatica, di seguire i bisogni della gente, perché noi dipendiamo da loro- dichiarano alcuni esercenti- noi siamo la gente e cerchiamo di soddisfare al meglio le loro esigenze e richieste, anche se questo diventa sempre più una fatica”.
A cambiare le aspettative dei commercianti sarebbe il potere d’acquisto collettivo sempre più in flessione, nonostante si registrano lievi miglioramenti rispetto il 2013 “ La gente non compra con meno del 40%. Sempre meno capi importanti in busta e quasi nessun acquisto a prezzo pieno”.
Fortemente negativo invece il bilancio che si registra nel comparto calzaturiero locale, che lamenta un ingente calo di vendite “superiore al 30% rispetto al 2013- rispondono gli esercenti- Dopo le spese necessarie di sussistenza la gente spende ben poco per l’acquisto di calzature di qualità certificata- e concludono- preferendo prodotti economici ma di dubbia qualità”.