Scioperano gli operatori ecologici del calatino
0Una giornata di sciopero sarà tenuta, sabato prossimo, dagli operatori ecologi del Calatino-Sud Simeto, che rivendicano il pagamento di retribuzioni mensili pregresse e di altre indennità. Lo ha reso noto la segreteria circondariale della Cgil-Funzione pubblica, che ha presentato ieri il “calendario” della mobilitazione in 14 centri del comprensorio.
Nei cantieri di Caltagirone (Dusty), S. Michele di Ganzaria e Mineo (Mar service), S. Cono (World service), Ramacca, Mirabella Imbaccari e Licodia Eubea (Aimeri Ambiente), Militello, Scordia, Grammichele, Castel di Iudica, Mazzarrone, Raddusa e Vizzini (Agesp) potrebbero essere eseguiti solo i servizi minimi essenziali. Sarà escluso, pertanto, il ritiro dei rifiuti “differenziati” e la pulizia di strade e piazze urbane.
Secondo l’organizzazione sindacale, l’unica soluzione a disservizi e disagi è rappresentata dal versamento di emolumenti e stipendi da parte delle aziende ai lavoratori: “Non esistono – ha dichiarato in una nota il segretario calatino della Cgil-Funzione pubblica, Francesco D’Amico – strategie alternative. Le imprese dovranno poi sollecitare il saldo delle fatture alle amministrazioni comunali. Alla giornata di astensione lavorativa non aderiranno altre formazioni sindacali”.
Un’operazione di mediazione tra le parti sarà tentata, alle 9 di domani, venerdì 15, nella sede dell’Ufficio provinciale del lavoro. Ai diversi datori di lavoro, che hanno ottenuto l’aggiudicazione dei servizi di smaltimento e conferimento dei rifiuti, in regime di appalto temporaneo, sarà chiesta l’assunzione del rischio d’impresa non soltanto in via formale, ma anche in modo sostanziale, anticipando l’accredito degli emolumenti.
La Cgil-Funzione pubblica ha puntato l’indice, infine, sulle anomalie che hanno accompagnato, in alcuni centri, il passaggio del personale dipendente alle nuove aziende: “Ai netturbini – ha concluso D’Amico – sono state date solo garanzie parziali di lavoro. Alcuni contratti non prevedono più prestazioni a full-time, bensì a tempo parziale. Il sindacato ha già espresso un aperto dissenso, impegnandosi a contestare le nuove determinazioni nelle forme opportune e nelle sedi competenti”.