Senza campo e senza squadra. E’ la fine annunciata del calcio a Scordia.
0Si conclude nel peggiore dei modi l’esperienza di Rosario Gallo
Tra silenzio e rassegnazione, il popolo calcistico scordiense si prepara per la prima volta nella sua storia a dovere rinunciare, alla consueta partita della domenica. Il patron del Città di Scordia, Rosario Gallo, non ne vuole più sentire di continuare la sua avventura calcistica nella città che nel febbraio 2014 lo accolse come l’uomo nuovo, colui che nel breve arco di qualche anno avrebbe portato lo Scordia per la prima volta in serie D. La squadra risulta regolarmente iscritta nel girone B di Eccellenza ma, dopo avere tentato invano il cambio di denominazione e sede sociale da trasferire ad Acireale, dopo avere visto naufragare il progetto di una nuova società, meteora, denominata Aci e Galatea, Rosario Gallo, nel tentativo di non fare morire un titolo importante avrebbe provato anche a trasferirsi a Castiglione di Sicilia, rimasta senza calcio dopo i fasti della serie D. Ma pare che anche qui il progetto di mettere su una squadra non abbia avuto fortuna, almeno per il momento. Eppure, al di là della guerra aperta con il Comune di Scordia, iniziata nel 2017 con una richiesta di 250 mila euro di risarcimento per i lavori eseguiti nel 2014, Gallo rimane saldamente il gestore dell’impianto comunale di contrada Fico, in attesa, ovviamente, che il giudice del Tar sciolga la riserva del giudizio che vede appellante il Comune che considera ingiusta ed inopportuna la richiesta avanzata da Gallo che in qualità di gestore avrebbe potuto provvedere nel frattempo alla omologazione della struttura, condizione senza la quale la Lega non permette alcuna attività agonistica. Lo stesso patron ha diffidato chiunque a mettere piede dentro la struttura. Gli spogliatoi, i servizi igienici e il green sintetico si trovano in condizioni precarie e necessitano di lavori improrogabili. Nelle ultime due stagioni, infatti, oltre al Città di Scordia, l’impianto è stato messo a disposizione anche per il settore giovanile della Sicula Leonzio che si è vista costretta a cercare ospitalità altrove. Il sindaco, Franco Barchitta, con una sua determina in cui ha elencato tutte le inosservanze e gli inadempimenti, ha provato a forzare la mano chiedendone la rescissione del contratto di affidamento sottoscritto nel 2015 dal suo predecessore, Franco Tambone, con una durata decennale. Ma anche per questo atto è arrivata l’opposizione dell’ingegnere Gallo che ha presentato ricorso al Tar chiedendone l’annullamento. Una situazione che difficilmente si potrà dirimere in tempi brevi anche perché, dopo il giudizio del Tribunale Amministrativo che inevitabilmente scontenterà una delle parti, si prevede l’inevitabile ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa. Un clima non certo favorevole per chi, pur animato da tanta buona volontà, volesse mettere su una società e potere così permettere agli sportivi di avere una squadra per cui tifare. In questo caso la società dovrebbe utilizzare l’impianto previo il pagamento di una tariffa stabilita secondo contratto. L’auspicio dei tifosi e che la vicenda possa concludersi in tempi brevi. In ogni caso sono già consapevoli di dovere affrontare un anno “sabbatico”.