Troppi roghi e tanti disagi per la popolazione. I sindaci Barchitta, Burtone e Astuti scrivono al Ministro
0“Nel Calatino si verificano roghi più o meno estesi, che creano troppi disagi e danni al territorio. Sono scoppiate le inevitabili polemiche sulle responsabilità, mentre il sistema antincendio registra forti difficoltà. Ringraziamo i vigili del fuoco e il personale del Corpo forestale per gli interventi, ma non è più rinviabile il potenziamento dei presidi di prevenzione e contrasto. L’attuale organizzazione non è affatto sufficiente”.
In una missiva, che chiama in “causa” il ministro dell’Interno, sen. Marco Minniti, tre nuovi sindaci del comprensorio non hanno soltanto rivendicato più uomini e mezzi per la gestione delle emergenze. Giovanni Burtone (Militello), Salvo Astuti (Palagonia) e Franco Barchitta (Scordia) hanno sottolineato i lunghi tempi di “risposta” e le condizioni difficili di chi, in una vasta area, lavora per la difesa delle aree urbane e rurali.
“Serve pure una differente dislocazione geografica. Occorre un servizio più uniforme, evitando di scegliere come e dove intervenire in base alle distanze. Conosciamo – hanno ammesso i primi cittadini a Minniti – le responsabilità in capo alle Regione siciliana e l’attuale normativa, ma non è più differibile un intervento del governo nazionale. Siamo appena all’inizio della stagione estiva. E il quadro delle emergenze rischia di complicarsi ulteriormente”.
L’allarme è stato rilanciato dai roghi che hanno danneggiato il parco militellese di Bottazza-Lembasi e il sito boschivo di Frangello, il deposito di arredi di un’azienda scordiense e alcuni terreni (coltivati e incolti) del circondario palagonese. Le operazioni di spegnimento, in qualche circostanza, non sono state attenuate nemmeno dall’impiego di velivoli e dal concorso di operatori dei distaccamenti di Catania, Caltagirone e Vizzini.
Una soluzione potrebbe essere legata all’istituzione del distaccamento dei pompieri di Palagonia, che potrebbero reclutare, secondo documenti e dati già trasmessi al Viminale, almeno 14 unità lavorative. Con autorimesse e serbatoi, servizi igienici e idrici, spogliatoi e uffici, la struttura della caserma sorge in contrada Vanchella, tra le Ss 385 (Catania-Caltagirone) e 417 (Catania-Gela), in una località d’interesse produttivo e agricolo.
Per la conversione dell’edificio, che ha preso il posto dell’ex mattatoio municipale, sono stati già spesi circa 400 mila euro, nell’ambito di un programma intercomunale del 2006 che, con il supporto dell’Assessorato provinciale alla Protezione civile, avrebbe dovuto migliorare i servizi di antincendio nelle comunità calatine del Sud Simeto, tra la Piana di Catania e la dorsale dei monti Erei, in cui operano molte imprese agricole.
Per il regolare funzionamento del distaccamento, che avrebbe anche il sostegno stagionale di squadre di volontari, che hanno già svolto le necessarie fasi di addestramento e formazione, prove attitudinali e selettive, dovrebbero essere effettuati i residui lavori di completamento. L’ultimo atto formale sarebbe poi rappresentato dal collaudo finale di impianti e opere. I residui adempimenti finanziari e tecnici, però, restano “congelati” da almeno 6 anni.
Burtone, Astuti e Barchitta hanno annunciato, dopo la ricognizione dell’iter burocratico, un imminente sopralluogo di verifica dello status dei luoghi e un contatto con le autorità di riferimento: “Non c’è altro tempo da perdere. Il tema della sicurezza ambientale ha una valenza strategica, che soprattutto nel periodo estivo – hanno concluso i tre sindaci – non può essere trascurata”.
LUCIO GAMBERA