Giovani e giovanissimi della diocesi protagonisti di una veglia mariana
0Nella chiesa di Sant’Antonio tra la serata di sabato 5 e la mattina del 6 Dicembre si è svolta per i giovani e giovanissimi della diocesi di Caltagirone la veglia mariana. “Talìa!”, è stato il tema scelto dall’equipe.
Abbiamo intervistato due membri dell’equipe, Maria Calandra e Flavia Zappulla.
Ogni anno alla fine della veglia mariana si nomina il luogo dove sarà svolta la prossima. Come mai lo scorso anno si è deciso che quest’anno si sarebbe fatta proprio a Scordia?
FLAVIA ZAPPULLA: Per dieci anni la veglia mariana è stata fatta a Caltagirone e nel decimo anno abbiamo deciso di dare un cambiamento. Il primo paese che abbiamo scelto è stato Palagonia, per comodità più che altro. L’assistente diocesano del settore giovani, Don Piero, aveva una parrocchia a Palagonia da qualche mese e voleva dare questa opportunità al paese. In equipe, però, sapevamo che il secondo paese sarebbe stato Scordia. In questi anni da Scordia sono partiti un sacco di ragazzi. La veglia mariana è sempre stata sentita e ogni anno partono almeno una quarantina di ragazzi. Quindi fare la veglia a Scordia significava ringraziarla e ricambiare per ciò che aveva fatto in questi anni.
Qual è il messaggio che ogni anno cercate di comunicare e in particolare qual è stato quello di quest’anno?
FLAVIA ZAPPULLA: Il messaggio che si è voluto dare ogni anno è logicamente quello della preghiera e dell’affidamento a Maria. Il messaggio che abbiamo voluto dare quest’anno è stato sociale, più che altro. Durante i diversi laboratori abbiamo parlato di tutto ciò che ci circonda nella quotidianità. Abbiamo parlato di politica, di scuola, di lavoro, di immigrazione, di dipendenze e non solo di droga e alcol, ma anche il gioco e lo shopping compulsivo, e di chiesa.
MARIA CALANDRA: Tutte le tematiche puntavano a dipingere un quadro reale della situazione e far riflettere i ragazzi sulla realtà che li circonda. In particolare, era incentrato sul tema dello sguardo: partivamo con lo sguardo con cui noi osserviamo le varie realtà, riflettevamo se le situazioni difficili spesso le guardiamo con angoscia e tristezza o rabbia e paura, oppure le guardiamo con speranza. Durante la veglia ci concentravamo sullo sguardo di Maria e Gesù, in particolare su quello di Maria che è stata guardata e amata da Dio e sullo sguardo che lei è stata in grado di ricambiare.
FLAVIA ZAPPULLA: Solitamente la veglia nei diversi anni è stata incentrata in modo che vi fosse un piccolo momento comunitario in cui si vegliava tutti insieme e dopo iniziava l’adorazione che durava tutta la notte in cui ognuno adorava per i fatti propri. Quest’anno abbiamo voluto dare un taglio diverso: abbiamo voluto dare nel momento comunitario lo sguardo di Maria e Dio parlando del Magnificat e del “Salve Regina” che appunto recita: “Guardaci con i tuoi occhi misericordiosi.” Il Santissimo è stato esposto fin da subito, ma i ragazzi non lo sapevano perché si trovava dietro di loro, sulla cantoria. Questo è stato fatto in modo che quando i ragazzi venivano accecati da una luce, questa li costringeva a girarsi e trovavano il Santissimo in segno che anche se loro si fanno prendere dallo scoraggiamento e dalla paura, Dio è sempre dietro di loro e siamo noi che spesso non lo riconosciamo e non lo vediamo. Questo era il messaggio che volevamo dare nel primo momento della veglia. Subito dopo invece piuttosto che lasciare l’adorazione in mano ai ragazzi, abbiamo diviso tutta la notte in cinque parti in cui in ognuna di esse adoravamo facendo riferimento ad uno stato d’animo come l’angoscia, il dolore, la rabbia in riferimento a Maria. Gli stati d’animo di Maria, apparentemente negativi, sotto il suo sguardo si trasformano in positivi.
Durante la mattinata i ragazzi si sono spostati dal Convento alla chiesa di Santa Maria Maggiore portando un’icona. Cosa significa questo gesto?
MARIA CALANDRA: Quella era l’icona di Maria Odigitria, è un’immagine presente nella chiesa di Caltagirone “Madonna della Via”. Rappresenta proprio la Madonna che si mette in cammino e va dalla cugina Elisabetta. Abbiamo scelto questa icona come simbolo del nostro metterci in cammino.
Alla fine della messa è stato annunciato che la prossima veglia sarà svolta a Mineo. Perché avete scelto questo paese?
FLAVIA ZAPPULLA: A Mineo si sta cercando di spronare i ragazzi delle parrocchie e per noi è come dare un’opportunità a questo paese.
Qualcos’altro da aggiungere?
FLAVIA ZAPPULLA: Ringraziamo i vicepresidenti del settore giovani, Eva Vitagliano e Raffaele D’Angelo, i sacerdoti, la confraternita “Santissimo Crocifisso” e il comune che ha prestato l’aula consiliare per il laboratorio riguardante la politica e il Palazzo Modica in cui abbiamo parlato di immigrazione. Un grazie alla Società Operaia che ci ha ospitato per parlare del lavoro e al “Tra noi” dove abbiamo fatto il laboratorio della scuola, l’associazione culturale “Le Arti” e l’associazione “Orizzonti”. Dobbiamo ringraziare anche le persone che sono intervenute come Margherita Marchese, insegnante e presidente di Azione Cattolica, e Christian Partenope, rappresentante di istituto del Liceo Ettore Majorana, nel laboratorio della scuola; nella politica ha parlato Nella Risuscitazione che è un’ex consigliera di Mineo; nell’immigrazione ha partecipato Samba, un ragazzo immigrato; nella dipendenza Aurelio Lussi responsabile dell’associazione “Orizzonti” ; Don Piero e Mariella Bonaciti che sono intervenuti nel laboratorio della chiesa e nel lavoro Martina Mari, una ragazza che dopo essersi laureata si è trasferita in Inghilterra per lavoro.
MARIA CALANDRA: Ci auguriamo che il messaggio sia stato recepito dai ragazzi e che questa esperienza li possa aiutare a guardare in maniera nuova le realtà che si trovano a vivere ogni giorno.
MARIA PRIVITERA