Nominati e ingovernabilità. Tutta colpa del “porcellum”
1L’autore della legge elettorale, l’onorevole Roberto Calderoli solo dopo qualche anno si affrettò a definire la stessa legge, una “porcata”. Da qui il famoso nome del “porcellum” alla legge attribuito dal politologo Sartori. Se l’autore di un progetto edilizio, di una relazione, di una lettera, di un ricorso, definisce il frutto della propria creatura, una porcata, forse siamo veramente alle comiche. Se chi ha scritto la legge, la definisce una porcata, allora una domanda mi sorge spontanea. E’ più comico Beppe Grillo o Calderoli? E’ più comico Beppe Grillo o questo sistema politico? Naturalmente ciascuno si dia la risposta che vuole. In questa sede volevo fare delle semplici osservazioni sulla legge elettorale e sulle perversioni, i vizi oltre l’incertezza che la stessa produce. Almeno tre i profili:
1) Le liste bloccate e i nominati. Com’è noto questo sistema non consente di scegliere con una preferenza i propri rappresentanti, in questo creando un grave corto circuito tra eletti ed elettori. Vengono meno i principi di delega tra rappresentato e rappresentante, con un Parlamento di nominati tra le stanze dei partiti. Il sistema di cooptazione porta a selezionare non necessariamente i migliori. In questo modo i leader di Roma e la classe dirigente, preferiscono circondarsi di persone fedeli che non ostacolino più di tanto la loro linea politica adottata. Con il “porcellum” viene meno anche la democrazia interna dei partiti, perché qualsiasi parlamentare sa che se osa criticare il vertice, nella successiva competizione non sarà inserito nella lista in posizione eleggibile. Signori, il porcellum ci ha rifilato per la seconda volta Scillipoti e Razzi, quello dei “razzi propri”. Con le preferenze quanti voti, avrebbero preso questi signori? Il “porcellum” è nato per cooptare all’interno del parlamento una schiera di cortigiani di corte e fedelissimi. Per cercare di mitigare gli effetti perversi, la coalizione di centrosinistra ha fatto le primarie, in esse sono andati a votare oltre un milione di elettori. Commentando le primarie a Scordia, nell’articolo ho espresso la mia opinione dicendo che le stesse erano certo una forma di “democrazia sostitutiva della preferenza”. Al contempo avanzavo alcune riflessioni moderate. Rilevavo che le eccezioni alla regola dei tre mandati (poche), davano l’idea che le regole non valgono per tutti. La seconda eccezione si chiamava “primarie non per tutti”, esistevano, infatti, i cooptati dall’alto. Ma soprattutto notavo che tanti Parlamentari sono in prima linea da tanti anni. Certo nei limiti delle regole dei tre mandati, ma …….. rilevavo che molti deputati e senatori hanno fatto 3 legislature, di cui una interrotta, più tre mandati regionali o due mandati in Europa o ancora Sindaci, Presidenti Provincia, assessori regionali. Forse era proprio questo, la mancanza di rinnovamento, il punto debole che dava l’idea che ciascuno di questi politici è in prima linea da 30 anni. Alle primarie hanno votato oltre un milione (tanti), ma gli elettori della coalizione Bersani sono oltre 10 milioni, con un elettorato potenziale di 13/14 milioni. Prendiamo il caso di Scordia, alle primarie mi pare che hanno votato 200 persone, ma gli elettori della coalizione (PD, Sel, civiche) a Scordia sono stati circa 2000. Il rapporto è sempre 1 a 10 circa. Le primarie sono una buona cosa, ma evidentemente non sono la soluzione. Vanno a votare i ristretti numeri dei fedelissimi e attivisti. Precisavo e sottolineavo che, in assenza della preferenza comunque meglio della selezione tra le stanze segrete. Dall’altra parte dello schieramento si sono scelti i candidati pagando le cambiali ai “responsabilizzati”. I calabresi hanno di fatto nominato il messinese Scillipoti. Naturalmente la stessa cosa vale anche per il metodo di selezione del M5S. Essendo un movimento giovane e in molti centri da poco strutturato, ha avuto maggiori difficoltà nella selezione dal basso. E’ stata utilizzata la rete per fare le parlamentarie. Ho sentito parlare anche di casting stile grande fratello sulla rete, tra chi vantava già una candidatura nel movimento. Giusto ma Grillo e i grillini possono sempre dire questo “obbrobrio” di legge non è stata fatta da loro. In Parlamento loro non c’erano, erano fuori dal sistema. Quest’attenuante non mi pare che valga per molti partiti presenti da sempre in parlamento. Nel 2010 molti Italiani avevano raccolto le firme per abrogare tramite referendum il porcellum. Il referendum fu giudicato inammissibile dalla Corte, per questa ragione erano i partiti che avrebbero dovuto modificare la legge elettorale. La stessa Corte nel giudizio d’inammissibilità rinviava al legislatore il compito. Naturalmente i partiti, il porcellum non l’hanno cancellato sostituendolo con altra legge.
2) La stabilità e la governabilità. Una buona legge elettorale deve consentire di dire chi ha vinto le elezioni ed ha quindi l’onere-onore di governare, chi invece è arrivato secondo e come tale deve controllare e fare opposizione, magari agendo da pungolo. In fondo la gente, gli artigiani, i commercianti gli operai, le persone normali, vogliono un governo che governi e che decida bene sulle cose che riguardano il 95% del popolo Italiano. Anche i mercati finanziari e gli “spread”, in primis reclamano un governo e la stabilita. Per i mercati il caos e l’instabilità è peggio anche di qualsiasi governo da loro considerato ostile. Il “Porcellum” non consente a chi arriva per primo di vincere in entrambe le Camere, di conseguenza non consente automaticamente di avere un governo stabile. Com’è noto alla Camera chi arriva primo anche con un solo voto ha il generoso premio di maggioranza del 55% (340 deputati su 630). Al Senato il tutto è un terno al lotto, essendo il premio di maggioranza su base regionale. Si possono prendere più voti assoluti, ma non avere la maggioranza dei seggi. In teoria, ma purtroppo anche in pratica, due coalizioni che si sono accapigliati per 3 mesi, dopo le elezioni dovrebbero mettersi assieme o comunque fare un “pateracchio” di coalizione. Tranne il caso che una maggioranza politica vinca le elezioni in modo netto (politiche 2008 stravinte da Berlusconi), questa legge elettorale sembra fatta per raggiungere il pareggio, il classico 1-1. Bersani nella migliore tradizione del politichese, ha esordito la sua conferenza stampa dicendo siamo arrivati primi, ma non abbiamo vinto. Nel soggiorno comanda un giaguaro, nella cucina un leone accanto a un leopardo con il contorno di una piccola tigre ininfluente. Una sorta di coabitazione, provate a metterli assieme. Con questa legge elettorale è uscito fuori un mostro a tre teste. Di conseguenza nessun governo politico di legislatura che possa adottare il proprio programma grazie alla stabilità. Questa legge elettorale è un “obbrobrio” anche sotto questo profilo. Si sciolgano le Camere e si torni subito a votare, ma con quale legge? Ancora una volta con il “porcellum”? E chi ci garantisce che non si riproponga l’attuale situazione d’ingovernabilità.
3) Il Premio di maggioranza. Il maggioritario o comunque sistemi elettorali con premi di maggioranza funzionano bene nei paesi anglosassoni. Nei sistemi politici dove ci sono blocchi bipartitici o comunque bipolari funziona benissimo. Con il maggioritario se ci sono due grandi schieramenti (poli) o blocchi, chi vince lo fa sempre con percentuali molto alte. In Italia nel 2008 è stato così, il 47% della maggioranza relativa raggiunse il 55%. Non fu così nel 2006 e ovviamente in questo caso, confrontandosi almeno 3/4 blocchi. Si possono avere tre proposte-piattaforme tutte vicine al 30% (la prima 30, la seconda 29, la terza 28). Ci si dovrebbe interrogare se è opportuno che in un sistema con 3/4 aggregazioni chi vince con il 29,5% può avere un generoso premio di maggioranza del 55%. E’ democratico che una maggioranza relativa, molto relativa, prenda il 55% dei seggi. Il generoso premio di maggioranza è di oltre 200 deputati, spogliamoci delle magliette e facciamo un analisi scevra da condizionamenti. Nel caso di queste elezioni il premio è pari al 25%, questi sono numeri impressionanti 340 deputati Bersani -124 deputati Berlusconi. La stessa Corte Costituzionale già nel 2008 poi nel gennaio 2012 aveva sollevato il problema, invitando il Parlamento a correggere questa forte stortura ai limiti della costituzionalità. Nel rilievo della Corte si sottolineava come il legislatore avrebbe dovuto trovare delle soluzioni che coniugassero contemporaneamente l’esigenza di dare un premio di maggioranza alla coalizione vincente, ma allo stesso tempo che una maggioranza troppo relativa, non fosse eccessivamente premiata. Che cosa ha fatto il Parlamento in quest’anno? Naturalmente nulla. Quantomeno dovrebbero esserci delle soglie minime per guadagnarsi il generoso premio di maggioranza, magari il premio di maggioranza pieno dovrebbe essere attribuito solo quando una coalizione raggiunge almeno il 40%. In caso contrario solo un premio ridotto del 10%. L’impressione di tanti è che il PD sicuro di vincere (poi ha vinto solo con lo 0,4%), tutto sommato ha contribuito a non volere cambiare questa legge elettorale. Probabilmente è prevalsa la volontà di non fare nulla rinviando il tutto alla successiva tornata elettorale. Onestamente se anziché vincere Bersani per lo 0,4%, avesse vinto Berlusconi o Grillo, cosa si sarebbe detto. In fondo se ci fosse stata un’altra settimana di campagna elettorale, probabilmente Berlusconi oltre alla lettera di rimborso IMU, avrebbe mandato un pacco regalo con dentro la sorella di Ruby.
Nei tre profili elencati, ho reso evidente com’era difficile trovare pregi, ma solo grandi vizi. La legge n. 270 del 21 dicembre 2005 e stata voluta e votata dal centrodestra per ottenere la fidelizzazione dei parlamentari e se perdenti una X in schedina. Sono passati sette anni e tutti criticano la legge, del “porcellum” tutti ne parlano male. Perdonate la cattiva espressività, ma uno che ne parli bene non si trova nemmeno se si paga. L’assurdità della lagnanze di molti politici è anche questo. Dopo sette anni è ancora in vigore e ha fatto votare gli Italiani per la terza volta. Perché nel 2012 i partiti liberi dal governo dell’economia (affidato ai tecnici), non hanno fatto una nuova legge elettorale o comunque una correzione quantomeno sulle preferenze. Lo stesso Presidente della Repubblica Napolitano, si era molto rammaricato per l’incapacità del Parlamento a dare seguito alle indicazioni della Corte Costituzionale, ma anche dei tanti Italiani che avevano raccolto le firme. Il padre di questa assurda legge elettorale lo conosciamo, si chiama Calderoli e il centrodestra. E la madre che si è occupata della fase della crescita? L’impressione è che di mamme questa legge ne abbia avute parecchie. Per superare l’empasse se necessario si torni a votare, ma con una legge elettorale che tolga la vergogna dei nominati. Mai più nominati in Parlamento.
FRANCESCO GHERARDI