Obbiettivo puntato sull’esito elettorale.
0Se il primo turno aveva visto protagonista “l’ottavo candidato Sindaco”, il turno di ballottaggio ci ha consegnato un Sindaco eletto con un risultato nettamente a favore del candidato Tambone. Un Sindaco che ha vinto con un grande risultato che va molto al di là del suo schieramento iniziale. I numeri dicono inoltre che il risultato va ben oltre l’alveo del centrosinistra e della sinistra rappresentata al primo turno. In questo turno di ballottaggio, a differenza del 2008, avevamo un candidato Sindaco associabile all’area del centrosinistra e un candidato associabile all’area del centrodestra. Ed è in questo fattore che leggo anche l’alta partecipazione dei cittadini che hanno preso parte al voto. Considerato che eravamo nel ballottaggio i voti validi espressi (7.996) sono di tutto rispetto se raffrontati ai voti validi di primo turno espressi ai candidati Sindaci (8.475). Come dire, chi aveva votato per il Sindaco al primo turno è ritornato comunque a votare scegliendo tra i due sfidanti rimasti nella scheda.
Dopo una prima analisi sul voto del primo turno dedicata principalmente ai dati generali delle elezioni, questa valutazione a elezioni concluse è prevalentemente politica. E’ volutamente una lettura d’insieme tra il primo turno e il ballottaggio, anche per rilevarne la dicotomia tra le due partite che si sono giocate. Infatti, se al primo turno l’elemento coalizione e liste d’appoggio (anche se attenuate dalla nuova regola elettorale), giocano sempre un ruolo fondamentale, nel ballottaggio l’elemento liste, lascia spazio ad altri parametri e altre valutazioni. Anche le indicazioni dei “grandi elettori” e degli stessi candidati Sindaci del primo turno, credo che risultino vane, sterili e del tutto inefficaci. Ormai l’evidenza empirica ha dimostrato ovunque che l’elettore nel secondo turno tende a essere libero da schemi precostituiti, preferendo le proprie percezioni. Non a caso si dice spesso che al ballottaggio il voto si libera anche dalla correlazione di corrispondenza con il consigliere votato al primo turno. I francesi che sono i maestri dei sistemi a doppio turno, ci insegnano che il voto del secondo turno è un voto “per” un candidato, ma può essere anche un voto “contro” l’altro candidato. Le dimensioni del risultato (64% contro 36%), associate alle condizioni di partenza, mi pare che indicano che questo secondo fattore sia largamente avvenuto. A questa breve introduzione circoscritta al ballottaggio, segue una disamina complessiva delle elezioni con un punto dedicato ai candidati sindaci dell’area di centrosinistra, altro ai candidati di centrodestra. Una parte finale di questo pensiero è dedicata al Movimento 5 Stelle anche per rilevare la volatilità del voto rispetto alle politiche, oltre che naturalmente la collocazione fuori dagli schieramenti classici.
Area del centrosinistra. E’ indubbio che il primo turno anche a sinistra si sia trasformato in una sorta di primarie dell’intera area della sinistra. Causa l’alta area del non voto e il numero dei 7 candidati, la quota attorno a 1500 voti era quella che poteva consentiva di arrivare al ballottaggio e allo stesso tempo terzi o quarti. Con questi numeri, qualsiasi spostamento di voti poteva essere decisivo in un senso o nell’altro. In un’area della sinistra, c’è sempre la tendenza alla divisione e alla spaccatura. In politica la divisione non ha mai premiato. Tuttavia qualche considerazione può essere fatta sul primo turno. Le due liste di sinistra sommate tra loro hanno raccolto 1760 voti. In politica le somme algebriche non possono essere fatte sicter simpliciter. Forse non può essere detto che il progetto e la somma delle due liste equivaleva ballottaggio, ma è indubbio che quel progetto univoco della sinistra alternativa poteva essere in gioco. Indipendentemente dalla sommatoria o meno, le due liste che si collocavano a sinistra del PD hanno avuto un risultato non indifferente. Non può passare inosservato che a Scordia, quest’area ha raccolto più consensi della coalizione del PD, considerando anche in questo caso le 2 liste (1664). E questo nonostante che a favore del candidato Sindaco e della coalizione siano atterrati aerei da Roma e da Palermo. Personalmente penso che l’endorsement esterno sia poco efficace in termini di riscontro elettorale e credo che il risultato del primo turno, buono ma non eccezionale lo dimostri. Del resto il progetto di rinnovamento con tanti giovani e donne, ci è parso stonare parecchio con l’arrivo di D’Alema. La linea verde del rinnovamento stona con il grigio. Se proprio doveva esserci un endorsement compatibile con il progetto, l’unico aereo che poteva atterrare era quello proveniente da Firenze. Il risultato straordinario nel ballottaggio, lo interpreto come la scelta fatta dall’elettorato a favore del progetto che tra i due rimasti in lizza, è stato ritenuto più credibile, omogeneo e da più tempo radicato.
Area del centrodestra. Se c’era un candidato Sindaco che poteva fregiarsi delle liste civiche senza essere accusato di mimetizzazione e travestimento, era il candidato Barchitta. Decano della candidatura è espressione del partito personale “Franco Barchitta”. Essendo arrivato terzo probabilmente è quello che ha avuto il rammarico maggiore, lontano 250 voti dal ballottaggio. Nella videointervista rilasciata ha raccontato che ha rifiutato tanti “mister preferenza” e intere liste, terre di approdo per il ballottaggio. Tutti andavano a bussare alla sua porta rimasta chiusa. Con i numeri del primo turno, chi odiava le sommatorie era destinato a rimanere fuori. In quest’area si collocava soprattutto l’ex maggioranza del Sindaco Agnello distribuita su diverse proposte e aperta a ventaglio almeno su 2 candidati e relative coalizioni. L’anomalia non era in sé la divisione, ma semmai la mescolanza colorata in tutte le sue versioni possibili. Mescolanza tra maggioranza uscente e opposizione, tra assessori in carica e fieri consiglieri oppositori.
Il candidato Gurrisi ci è parso un cittadino fuori della politica, chiamato a rappresentare la politica e i politici. Un pesce fuor d’acqua inserito in un ambiente forse a lui sconosciuto. Se si perde rispetto alla coalizione un elettore su 3, forse il problema non è solo il candidato Sindaco, ma la stessa coalizione e l’anima in essa incorporata. Il progetto di Rifare mi pare che si sia frantumato ancor prima della proclamazione degli eletti, il che mi sembra un record da guinness. Il candidato Sindaco Sciacca come da previsione è arrivato largamente primo al ballottaggio, molto avanti rispetto a quella soglia base di 1400/1600 equivalente all’incognita. Rispettati i pronostici soprattutto per il successo dei voti alla coalizione e alla lista con i tanti “mister preferenza”. Un solo dato credo che renda l’idea della forza delle liste. Nella prima lista “Scordia per te” il candidato con 111 preferenze è solo decimo.
Nonostante 450 voti in meno riportati dal candidato Sindaco rispetto alla sommatoria della coalizione, Sciacca era arrivato nettamente primo, mai in dubbio la sua partecipazione al ballottaggio. La lettura del primo turno ci aveva però dato un candidato con un 18% in meno rispetto alla coalizione, dato che poteva essere letto come un campanello d’allarme. La dimensione del risultato al ballottaggio credo che ci dica che questo turno di ballottaggio si sia trasformato anche in un referendum pro o contro la precedente Amministrazione. Se c’è stato un voto contro più che alla persona è stato un voto contro il progetto. Probabilmente il candidato Sciacca è stato penalizzato anche dalla mescolanza e dal fatto che sullo stesso palco salivano persone che criticavano aspramente l’Amministrazione Agnello, rivendicando un ruolo di opposizione svolto e contestualmente persone che magnificavano l’operato di Agnello. Una delle due voci ci è sembrata stonare.
Movimento 5 stelle. Esattamente 100 giorni prima il M5S aveva sbancato alle politiche, alla media nazionale del 25,6% Scordia aveva risposto con un 10% in più (35%). Sapevamo che ogni elezioni fa storia a se, e le elezioni vanno comparate omogeneamente. Noi stessi parlando del successo avevamo detto che le comunali sono altra cosa e quel dato era da prendere con il beneficio d’inventario. Alle comunali le preferenze del candidato locale giocano sempre un ruolo determinante, prova ne è che anche cambiando l’involucro esterno, il contenuto riporta gli stessi risultati. Le macchine delle preferenze accendono i motori e la partita diventa altra. Tuttavia obiettivamente non ci si poteva aspettare un risultato così deludente. Nessuno pensava che questo paese consegnasse le chiavi della città ai ragazzi del M5S, ma onestamente non pensavamo che “le zie Concettine” (fedelissime dei grandi elettori) e le “zie Giuseppine” (chi è rimasto a casa), fossero cosi tante. Tante e tanti al punto che il Movimento è rimasto fuori dal consiglio comunale. Nel primo turno il M5S ha perso tanti voti, molti di questi come ricordato sono stati intercettati dalle macchine di preferenza, ma molti sono confluiti nel non voto. In questo può essere detto che nemmeno il Movimento è riuscito a convincere e a catturare la “fiducia” degli sfiduciati assoluti, che rimangono sempre un partito considerevole. Del resto anche a livello nazionale i voti persi dal Movimento nelle amministrative, in termini elettorali non sono stati intercettati dal PD (meno che dal PDL che è crollato). La Contarino sarà arrivata ultima dei 7 candidati, ma assieme a Montalto era l’unica che presentava un piccolo saldo positivo rispetto al voto di lista. In questa speciale classifica è arrivata seconda. Pacata, lei si veramente non politica a differenza del Sindaco Agnello, semplice cittadina portavoce come del resto molti altri. Si è detto spesso che i candidati del M5S non hanno la giusta scaltrezza politica o peccano di grande inesperienza. Può darsi che questo sia vero, ma in fondo se fossero dei politici abituati alle candidature e a calcare la scena politica, non sarebbero stati candidati nel M5S. Magari li avremmo trovati in una delle tante liste civiche.
In tutti i programmi dei Sindaci, un capitolo rilevante era dedicato ai rifiuti e alla raccolta differenziata, all’ambiente e all’ecologia. Bei propositi scientifici tutti rivolti al futuro, ma nelle more futuristiche, si fa a gara a chi riesce a sporcare di più le strade. Nell’ultima settimana, per ogni strada che si rispetti montagne di santini. Certo sono carte, ma a ogni elezioni questa “barbara” e vecchia abitudine di sporcare è dura a morire.
FRANCESCO GHERARDI