Il CASO MPS – Quando il sottosistema finanziario prende il sopravvento sull’economia reale. E la politica?
0Inizio questo mio modesto contributo sul caso MPS con le parole del Procuratore della Repubblica di Siena: ”Non posso dirvi nulla, la situazione è esplosiva e incandescente”. Il fatto non è grave, a mio modo di vedere è gravissimo perché accade in un momento di crisi economica, di crisi finanziaria, di crisi della politica e della madre di tutte le crisi: la crisi di moralità. Le ipotesi di reato riportate su tutti i giornali e ripresi dai TG sono truffa, associazione a delinquere, ma non stiamo parlando di fatti di criminalità organizzata. Le gravi ipotesi di reato non sono mosse a una pericolosa banda criminale cittadina, ma a un gruppo di persone che fino allo scorso anno erano al vertice della 3° Banca Italiana (Presidente, componenti CdA, direttore generale, direttore Area Finanza). Concretamente l’intero gruppo dirigente della banca, dunque non un caso isolato di un alto funzionario infedele. Alcuni giornali in prima pagina parlano di banda del 5%, ma non stiamo parlando di una banda tradizionale, ci riferiamo al salotto buono della finanza. Le altre ipotesi di reato: ostacolo agli organi di vigilanza e turbativa, false comunicazioni, e in alcuni anche aggiotaggio. Precisiamo subito che sono tutti ex vertici di Montepaschi (Amministratori e dirigenti). Allo stesso tempo dobbiamo registrare che l’ex Presidente Mussari, era stato nominato nel 2010 presidente dell’ABI a capo dei banchieri Italiani, (una bella promozione) e rinominato nel 2012 per acclamazione. Le nomine sono dunque tutte avvenute dopo queste operazioni, oggi finite sotto la lente d’ingrandimento della Magistratura. Naturalmente nessuno lo conosce e tutti oggi prendono le distanze, anzi tutti fanno a gara per dire chi lo aveva cacciato per primo. Purtroppo nessuno si assume la paternità della sua nomina ai vertici della Fondazione e della banca spa. Che fine hanno fatto gli altri ex dirigenti(direttore generale, direttore finanziario), tutti dimissionati con laute liquidazioni decise dal CdA, che la stessa Banca d’Italia, già prima che scoppiasse il caso, aveva reputato del tutto ingiustificate e sproporzionate. FATTI – La Procura della Repubblica mesi addietro aveva aperto un fascicolo sull’intera operazione di acquisizione Antonveneta da parte di MPS e su altre operazioni altamente speculative (derivati). Operazioni spregiudicate e molto aleatorie resesi necessarie e consequenziali all’acquisto di Antonveneta oltre che per diluire alcune minusvalenze sui titoli di Stato. Costosissima acquisizione di Antonveneta che giova ricordare, pagata per un valore di gran lunga superiore al valore reale di mercato, 9,3 miliardi di euro anziché 6,5 miliardi. La Banca era spassata di mano, solo 4 mesi prima al valore di 6,2 miliardi. Perché il prezzo si gonfia pochi mesi dopo? Sull’operazione errori di valutazione, sopravalutazioni, operazioni spregiudicate o cosa altro? E’ notizia di questi giorni che una parte dei bonifici partiti da Siena sono finiti su conti esteri non riconducibili alla parte venditrice spagnola, Banca Santander. Perché chi rappresenta un livello di capitalizzazione 4, per mire espansionistiche e di potere vuole acquisire a tutti i costi chi rappresenta 5. E’ il classico passo più lungo della gamba o se volete del pesce medio che vuole mangiare un altro pesce medio. La Procura deve andare fino in fondo e fare emergere le responsabilità di tutti, non sono ancora chiari gli scenari e la gravità delle responsabilità dirette e indirette, (ma questo è altro discorso work in progress). In questa sede credo che dobbiamo invece focalizzare aspetti e profili di natura economico-finanziaria, oltre che di patologia economica di sistema. A distanza di mesi dalle indagini, anche se la vicenda è in corso, alcune cose sembrano emergere con chiarezza. Almeno 3 a mio modo di vedere:
1) La magistratura ultimo baluardo dei controlli
2) Le banche spesso non fanno più il loro mestiere tipico di banche
3) Il tipico caso di commistione tra politica ed economia
1) LA MAGISTRATURA ULTIMO BALUARDO DEI CONTROLLI. In primo luogo si dimostra che in questo paese bisogna sempre aspettare la magistratura come ultimo baluardo dei controlli. E questo non è un buon segno. Spiego meglio questo mio passaggio. Quando la “peste bubbonica” emerge nella sua gravità solo “dopo” a “posteriori”, significa che gli anticorpi naturali non hanno funzionato adeguatamente. Era già accaduto con il caso Cirio e lo scandalo finanziario Parmalat, solo qualche anno dopo con lo scandalo Popolare di Lodi/mancata scalata Antonveneta. Il comune denominatore appare sempre lo stesso, i controlli amministrativi di tipo preventivo previsti dal sistema, non si erano accorti di nulla. Anche in quei casi l’audit interno, gli organismi di Controllo e la CONSOB (essendo Società quotate), evidentemente non avevano controllato a sufficienza. Sono passati degli anni, ma la domanda è sempre la stessa. Quanto sono efficaci i controlli? Nel caso MPS l’organismo che doveva vigilare sull’intera operazione e in generale sul sistema bancario, (la Banca d’Italia), pare non ha vigilato a dovere, o comunque nonostante relazioni dettagliate degli ispettori che registravano anomalie fin dal 2010, non si è agito di conseguenza. Perché? Cambiano gli attori protagonisti, ma il film sembra già visto e rivisto. Anche in questo caso le autorità amministrative che devono controllare la trasparenza del sistema, arrivano “dopo”. Già l’efficacia dei controlli si misura dalla tempestiva. Banca d’Italia, Consob, Tesoro, ogn’una per la propria parte, arrivano sempre dopo il controllo giudiziario della magistratura. Controllo che evidentemente è a posteriori per fatti già avvenuti, oltre che finalizzato a perseguire profili di responsabilità penali individuali. La Procura in pochi mesi (con l’aiuto della Polizia Giudiziaria e dei Consulenti Tecnici) sta facendo emergere quello che prima non appariva alla vigilanza dei mercati finanziari. A riscontro probatorio di tutto ciò, osservo che Mussari si è dimesso da presidente ABI da 10 giorni, solo dopo quello che sta affiorando grazie ancora una volta alla Magistratura. In questo paese bisogna sempre aspettare la magistratura per scoperchiare le pentole.
2) LE BANCHE SPESSO NON FANNO PIU’ IL LORO MESTIERE TIPICO DI BANCA. La banca è in grande difficoltà perche sostanzialmente aveva smesso di fare il mestiere tipico delle banche, lanciandosi in operazioni finanziarie spericolate. Già, è questo il vero problema. Da 10 anni a questa parte spesso i grandi gruppi bancari hanno raccolto denaro dai risparmiatori e anziché impiegarlo nelle operazioni “tipiche di banca” (Impieghi a imprese e famiglie) hanno preferito altre allocazioni di natura molto aleatoria e di tipo speculativo. Derivati, titoli strutturati che sono delle vere e proprie scommesse. La legge bancaria del 1936 aveva tra i suoi cardini la cosiddetta “specializzazione bancaria”, le banche di credito ordinario raccoglievano depositi e prestavano i loro soldi a famiglie e imprese, le banche di credito fondiario facevano altro a medio e lungo termine. Le leggi bancarie degli anni 90’, hanno, di fatto, superato questa impostazione e creato la cosiddetta “banca universale” che può fare di tutto. In Italia con il Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (1º settembre 1993 n. 385), ma la stessa cosa è avvenuta in tutti i paesi occidentali. E il concetto di “despecializzazione del credito” opposto a quello precedente vigente per 60 anni. Una Banca con i soldi raccolti dai risparmiatori può scegliere se impiegarli nell’economia reale o allocarli nel sistema finanziario. La mancata separazione tra attività di banca e attività finanziaria è uno dei grandi veri problemi della patologia. La banca A deve comprare la banca B solo con capitale proprio, anziché fare debiti strutturati. Perché una banca con il denaro raccolto deve fare attività finanziaria? Perché una banca deve fare attività speculativa con i soldi dei risparmiatori? Tutto questo nel momento in cui sono stati chiusi i rubinetti del credito alle famiglie e alle imprese, nonostante il maxiprestito della BCE del dicembre 2011. Giova ricordare, maxiprestito fatto al sistema bancario al modico tasso dell’1%. Maxiprestito della BCE che doveva servire a rimettere in moto l’economia produttiva e accendere il motore della macchina, mentre in larga parte è stato allocato al calduccio in titoli del debito pubblico al tasso del 4/5%. La stessa MPS aveva nel proprio portafoglio, titoli di Stato per un importo pari a 2,5 il proprio capitale, (forse troppo). Tutto questo in un momento in cui manca la liquidità, sono tante le aziende che pur avendo dei buoni conti economici soffrono maledettamente la liquidità e quella brutta parola inglese del “credit crunch”. Negli ultimi anni, quante aziende riescono a pagare i loro fornitori, le tasse, gli stipendi con regolarità svizzera?
3) IL TIPICO CASO DI COMMISTIONE TRA POLITICA ED ECONOMIA. Il problema delle Fondazioni bancarie è un problema antico che risale agli inizi degli anni 90. E’ dunque un problema proprio vecchio come la 2° Repubblica. Le Fondazioni sono Enti senza fini di lucro nate con la legge n. 218 del 1990, la cosiddetta “legge-Amato” per traghettare le banche pubbliche sul mercato e renderle appetibili ai privati. (soprattutto tante Casse di risparmio). Con le Fondazioni si doveva scindere la proprietà della banca dalla gestione operativa della Banca stessa. Le Fondazioni dovevano dunque essere un’interfaccia provvisoria tra la proprietà della banca e la gestione della Banca spa, a seguito trasformazione dell’Ente Pubblico in società di diritto privato. Tutta la legislazione seguente negli anni (D. lgs n. 153 del 1999 legge Ciampi) hanno confermato sostanzialmente questa impostazione data inizialmente anni prima. L’idea calata nella realtà Italiana in salsa tricolore, cosa ha invece prodotto? Gli Enti Locali (quindi la politica che vince), determinano i vertici della Fondazione. A loro volta i vertici della Fondazione a cascata determinano i vertici della Banca spa. Lo stesso Mussari, ex presidente del Monte dei Paschi per 6 anni, prima di essere tale, era stato Presidente della Fondazione MPS per 5 anni. Come dire la Fondazione e la Banca spa erano la mente e il braccio operativo di un disegno unitario. Le Fondazioni si sono trasformate come delle aziende partecipate del Comune, Provincia e Regione. Risultato la politica direttamente o indirettamente ha messo le mani su molte banche Italiane. Quando parlo di politica, non faccio riferimento neanche alla buona politica con la P maiuscola, ma spesso una politica di bassa lega “arruffona” e invadente per non dire altro. Anche in questo caso osservo che tutti sono d’accordo nel dire “Fuori la politica dalle banche”, ma nessuno l’ha mai fatto seriamente e realmente nel corso degli anni. Sono, infatti, passati più di 20 anni e molte Fondazioni bancarie detengono ancora il 51% delle azioni della Banca o quote e pacchetti consistenti nella determinazione della governance. Anche l’ultima riforma del risparmio “bipartisan”, Legge 28 dicembre 2005, n. 262, (avuta dopo lo scandalo Popolare Lodi e furbetti del quartierino), non ha affrontato realmente il problema “Fondazioni bancarie”. Quelli della Lega al pari di tutti volevano la loro Banca del Nord, magari da controllare con la loro bella Fondazione padana di colore verde. E gli occhi li avevano messi pure su tante banche popolari del nord, sulla Cariplo e la connessa bella Fondazione controllante. Per questo credo che non sia un problema di un solo colore politico(rosso, bianco, verde, azzurro), ma di tutti i colori dell’iride e dell’arcobaleno politico. Insomma come dire la politica degli ultimi 20 anni su questo punto, c’entra tutta nel bene e soprattutto nel male.
Cronistoria decennale di reati bancari, societari, fallimentari e di borsa. Solo per citare i più clamorosi scandali finanziari degli ultimi 10 anni: Cirio 2002, Parmalat 2003, Bancopoli del 2005. Se anche solo una parte di quello che sembra emergere da questo ennesimo scandalo finanziario, sarà confermato, mi domando e mi chiedo, ma che razza di paese è questo? E’ questo un paese normale?
FRANCESCO GHERARDI