Per noi giovani esiste ancora un futuro in Italia?
0Negli ultimi decenni il tasso di disoccupazione è aumentato notevolmente. Tra le cause principali vi è sicuramente la crisi economica mondiale che ha avuto inizio nel 2007 negli Stati Uniti a causa di una crisi bancaria, dei costi delle materie prime troppo elevati e di una crisi alimentare mondiale. In Italia l’età pensionistica è tra le più alte in Europa, ciò comporta che i giovani entrino nel mercato del lavoro più tardi. All’interno delle aziende e imprese italiane sono presenti molte più persone avanti con gli anni rispetto a quelle di altri paesi europei. Un altro fattore che non permette l’inserimento dei giovani nell’ambito lavorativo è il fatto che la scuola spesso non ha rapporti diretti con le aziende che operano nel territorio.
Gli studenti si stanno impegnando in prospettiva di un lavoro che la società attuale non gli garantisce. I neo laureati usciti dall’università con il cosiddetto “pezzo di carta” hanno difficoltà a trovare un lavoro che sia all’altezza delle loro aspettative e che sappia ripagare anni di studio; sicuramente la laurea non è tra le priorità di molte persone, infatti solo un italiano su quattro si laurea; dati sconvolgenti che vanno a contrastare quelli di molti altri paesi europei.
La scuola, che si tratti di liceo o istituto tecnico, dovrebbe fornire le basi necessarie per poter immettersi nel mondo del lavoro, un trampolino di lancio per i ragazzi, alcuni pieni di aspettative verso un futuro che si prospetta come un enigma, altri privi di curiosità nei confronti di che cosa il futuro gli riservi e già rassegnati da una prospettiva di vita e di lavoro mediocre. Molti giovani già negli anni del liceo si sono fatti l’idea che il nostro paese non sia in grado di assicurargli una possibilità lavorativa, ed è per questo che molti dopo la maturità sono obbligati a trasferirsi all’estero per continuare gli studi o cercare lavoro. Gli italiani infatti risultano i cittadini europei più propensi all’idea di “emigrare”, in quanto si è diffusa la convinzione generale che altri paesi come la Germania, gli Stati Uniti, l’Inghilterra offrano maggiori possibilità lavorative, anche se un problema è rappresentato dalle lingue infatti circa una persona su tre in Italia non padroneggia le lingue principali quali inglese, francese, spagnolo e tedesco necessarie se si vuole avere la speranza di ottenere una possibilità lavorativa.
Oggi con lo sviluppo delle tecnologie viviamo nell’era di internet, uno strumento eccezionale che se usato in modo corretto, offre un grande aiuto anche nella ricerca di lavoro, poiché internet, attraverso vari siti consente un maggiore livello di informazione in tempi rapidi. Una delle prime cose che viene richiesta insieme alla conoscenza delle lingue, meglio se certificata, è l’uso del computer. Se si aspira ad un lavoro di un certo rilievo all’estero un fattore fondamentale oltre al possesso di un titolo di studi avanzato, come la laurea, è l’IELTS (international english language testing system) una certificazione valida in tutti i paesi del mondo. Le offerte di lavoro che è possibile trovare su internet spaziano dal settore nautico a quello commerciale (assistente commerciale, export manager, direttore commerciale). Anche il settore della medicina e della ricerca offrono numerose possibilità soprattutto all’estero in
quanto sono maggiormente finanziate.
Sull’alternanza scuola-lavoro ci sono opinioni contrastanti che dipendono anche e soprattutto da cosa realmente si fa durante il progetto. L’alternanza scuola-lavoro, spesso da più parti definita inutile, poco stimolante, noiosa e addirittura priva di una finalità ben precisa, è un’iniziativa introdotta dalla legge 107 del 2015 poi divenuta obbligatoria per tutti gli istituti di grado superiore. Per altri invece si tratta di un progetto interessante e capace di aprire nuovi orizzonti culturali. Di fatto sempre più ragazzi in terza media quando si ritrovano di fronte alla scelta di una scuola secondaria, all’opzione liceo, istituto tecnico o professionale, preferiscono quest’ultimo in quanto non richiede il completamento con un ciclo di educazione terziaria e quindi offre la possibilità di immettersi direttamente nel mondo del lavoro.
Pertanto se prima si preferiva scegliere un liceo ora non è più così, infatti negli ultimi anni il numero di iscritti agli istituti tecnici e professionali è notevolmente aumentato a discapito del liceo. Tra i vari istituti quelli più quotati sono sicuramente ragioneria, agraria, chimica e meccanica. Il professionale, con più iscritti, è l’alberghiero mentre per quanto riguarda i licei quello con il maggior numero di iscritti è lo scientifico; questi dati esprimono la volontà degli studenti di imparare attraverso la pratica.
Giulia Conti Mammamica
Debora Corbino
ISS Majorana